Due fallimenti per il fisco: complimenti!

Ma come? Stiamo sgolandoci tutti, e a tutti i livelli, che bisogna far ripartire i consumi se si vuol fare ripartire la produzione e quindi l’occupazione, e poi ci si inventa – in questa ennesima Finanziaria mascherata da Def – l’automatica denuncia al Fisco di tutti gli acquisti superiori a 3.600 euro? E questo per vedere se il livello di spesa degli italiani è “congruo” al loro reddito, e quindi – in teoria – per stanare il “nero”: ma chi si inventa questi meccanismi vive nell’iperuranio?Un risultato certo ci sarà da subito. Tutti – buoni e cattivi, evasori e fedeli contribuenti, ricchi e poveri – si faranno scrupoli ad affrontare qualche acquisto importante. Nessuno, ma proprio nessuno ha voglia di finire sotto la lente d’ingrandimento del Fisco italiano, i cui ragionamenti sono così tortuosi e astrusi da trasformare chiunque in un mostro da sbattere in prima pagina (della dichiarazione dei redditi). I più spaventati saranno proprio quelli che non hanno nulla da temere. Oggi. Domani un po’ meno, perché chissà se l’acquisto di quell’auto usata, più quella vacanza che ha sognato per tutta la vita, sarà giudicata “congrua” da un anonimo funzionario secondo tabelle e codici. Per non sbagliare, non spendo, o lo farò domani, o spenderò meno di quanto previsto. Vivissimi complimenti per aver azzeccato due fallimenti con un’unica mossa: quella di rianimare l’economia (l’inflazione, in costante picchiata, ci dice che già oggi si spende meno di ieri e più di domani) e quella di stanare gli evasori, che di queste misure se ne fregano altamente. Il nero lo si chiama così perché appunto non compare, sa nascondersi, sa come dribblare il Fisco, si mette alla luce il meno possibile e sempre in modo ben camuffato. Queste regole servono solo a complicare la vita a chi il nero non lo fa e non lo ha. Punto, e sfidiamo qualunque operatore commerciale a sostenere il contrario.Poi, vogliamo aggiungerci la fantasia italica per scavalcare questi ostacoli? Le cucine che non si compreranno più in blocco ma a pezzi? Le auto che passeranno quasi tutte di mano a 3.500 euro? Gli scontrini che si sdoppieranno per rimanere sotto certe soglie? L’acquisto fatto transitare dalla carta di credito della moglie o dal bancomat della nonna? Il bilancio aziendale che certifica con tutti i crismi che quest’anno non s’è guadagnato un euro?Ma soprattutto: si pensa di scoraggiare così l’evasione fiscale? Figuriamoci! I più “banditi”, i più spregiudicati faranno affari d’oro, facendo l’occhiolino a chi non vorrà far sapere all’Erario come spende i suoi soldi. La realtà racconta che ogni complicazione facilita la scorciatoia. Se per ottenere il bonus per la ristrutturazione edilizia si mettono regole e difficoltà tali da ammattire addirittura un commercialista, è facile intuire che il povero diavolo s’accorderà con l’artigiano su uno “sconto fiscale” immediato e facilissimo: facciamo in nero, io evado l’Iva, tu tutto il resto e allora mi fai anche uno sconto così guadagniamo tutti e due.A perderci è lo Stato, come sempre. Però deve imparare ad uscire dalla scienza delle finanze e a calarsi nella vita di tutti i giorni, dove poche regole semplici e ben controllabili danno risultati migliori della selva fiscale attuale, dove il 17% del nostro Pil si nasconde senza grossa fatica.

© RIPRODUZIONE RISERVATA