Dodici domande dopo il voto

La consultazione elettorale appena conclusa ha fatto pensare tutti. I filogovernativi, berlusconiani, avevano percepito la loro discesa così come le sinistre sentivano l’ascesa. Le dimensioni del fenomeno hanno sorpreso gli uni e gli altri. Commentatori compresi! Però non si è sufficientemente sottolineato il fatto dell’astensione. Nel nostro Paese la partecipazione elettorale è sempre stata una delle caratteristiche non da poco, capace di muovere le masse.Il clima creato dalla campagna elettorale ha stancato e posto in condizione di rifiuto non poca gente.Come sarà il domani delle città e provincie ove si è votato? Lo sapremo non subito. Le dichiarazioni degli eletti dell’uno e dell’altro schieramento sembrano tutte molto positive, esprimenti la volontà si rispondere con forza e onestà alle richieste del bene comune dei cittadini.A mio avviso c’è anche qualche aspetto che induce preoccupazioni non da poco. Oltre alla notevole astensione del corpo elettorale c’è stata una frantumazione marcatissima dei gruppi politici. A Milano quante erano le liste in competizione? A Napoli il De Magistris con chi era e sarà in rapporto? Con chi costituirà “la Giunta”? E in Consiglio Comunale avrà i voti necessari per intraprendere l’azione dichiarata? Al Nord Italia si è registrato, in alcune zone, il distacco e la contrapposizione tra il Pdl e la Lega. Un fenomeno puramente locale o che avrà ripercussioni a livello nazionale? Se quest’ultima ipotesi si verificasse avremo la crisi di governo: si dovrà andare alle urne. Con quanti partiti? Riuniti in quale squadra? Con quale legge elettorale? Ancora con il premio di maggioranza…. al partito più forte, anche se al di sotto del 30% dei consensi? Oppure si tornerà verso il sistema “proporzionale”? Saremo allora o allo sfaldamento del bipolarismo creato con tanta fatica negli ultimi vent’anni! Con il ritorno alla “prima repubblica” e a Governi provvisori, con pochi mesi di durata…Da ogni pulpito è stato detto che è necessario eliminare dalla politica le risse, le polemiche dure del tutto superficiali, abbassare i toni. A mio parere è essenziale affrontare, tra i molti, anche questi problemi, rispondere agli interrogativi qui riportati. Mal Governo e riforme mancate: è l’accusa più insistente degli antiberlusconiani. Senza una chiara e attenta risposta alle domande qui dette sarà mai possibile governare e realizzare una qualche “riforma”?È questo che è nella mente della gente comune, chiamata al voto. È su tali problemi che dovranno chiarirsi e chiarire ai votanti i responsabili dei partiti, soprattutto quelli di maggior peso.

© RIPRODUZIONE RISERVATA