Dieci i ricoverati Covid nel Lodigiano, nessuno era stato vaccinato

La maggior parte dei pazienti che si trovano negli ospedali ha tra i 46 e i 57 anni

Sono 10 e sono tutti non vaccinati i malati di Covid ricoverati negli ospedali lodigiani. La maggior parte dei quali di giovane età, nati tra il 1964 e il 1975.

A metà giugno, la terapia intensiva di Lodi e Codogno era diventata Covid free e all’inizio del mese aveva chiuso l’area gialla di Codogno, quella coordinata dal pneumologo Francesco Tursi. Ora i malati hanno ripreso a salire e sono tutti non vaccinati.

Per quanto riguarda l’ospedale di Lodi, oltre al malato in terapia intensiva, sono ricoverati 6 pazienti in area gialla, 2 dei quali con il casco, quindi con difficoltà respiratorie. Nel reparto di malattie infettive di Sant’Angelo, invece, i ricoverati sono 3, per fortuna senza grosse difficoltà. Da quando sono partite le vaccinazioni, nel Lodigiano (ma il dato emerge anche dalle statistiche nazionali) sono ricoverati solo malati non vaccinati, oppure vaccinati con una sola dose o immunodepressi, nei quali, come atteso dalle stesse ricerche delle aziende produttrici di vaccini, il vaccino potrebbe non essere sufficiente. Gli infettivologi, infatti, non sono affatto sorpresi che qualche ricoverato abbia ricevuto la doppia dose perché si tratta di pazienti immunodepressi. Non è il caso però della situazione attualmente presente negli ospedali lodigiani, nei quali tutti i malati ricoverati sono senza copertura vaccinale. Un dato questo che porta i medici a promuovere ancora di più la campagna vaccinale, perché diventi più estesa possibile. Per questo, anche le farmacie sono scese in campo per vaccinare la popolazione. Nel Lodigiano, si è resa disponibile la farmacia Botti di Brembio. È sufficiente telefonare o passare in farmacia per prenotare, poi si viene richiamati per la vaccinazione monodose con Jannsen.

«Ad oggi - spiega in una nota la vicepresidente di Regione Lombardia Letizia Moratti - sono state effettuate mille somministrazioni nelle farmacie lombarde, consentendo a molte persone di vaccinarsi sotto casa e in luoghi che trasmettono a tante persone fiducia grazie a un rapporto consolidato negli anni con i clienti. Dopo l’avvio del progetto pilota partito in 21 farmacie sappiamo che hanno già dato una disponibilità formale altre 638. Un numero destinato a crescere dal momento che molte attività riapriranno in questi giorni. Ringrazio Federfarma e la presidente Annarosa Racca per la collaborazione da sempre dimostrata dal settore e dai suoi operatori. Una collaborazione e una sinergia ancor più fondamentali in questa fase».

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