Diana, dal dolore alla gioia

Originaria della Bielorussia, ha vissuto sulla sua pelle il dramma di Chernobyl. Che ora ci racconta

Il disastro di Chernobyl rivive nei ricordi d’infanzia di Diana Lucia Medri, 32 anni, da quattro residente a Lodi.

Nata a Krasnopole nel 1989, a trecento chilometri a nord di Chernobyl, la sua vita è stata inevitabilmente segnata dalla tragedia nucleare che si consumò solo tre anni prima portandole via gli affetti più cari. La mamma Galia morì a soli 25 anni di età, sette anni dopo l’esplosione, per via di un tumore devastante che in poco tempo la strappò alla vita. Il papà, invece, soldato russo, perse la vita in un incidente e Diana visse la sua infanzia accudita dalla nonna. E fu proprio il suo amore che segnò un’opportunità di svolta, una casa e una famiglia per sempre a più di 2mila chilometri di distanza: a Cavacurta dove vivono Tina e Piero Medri, la coppia che in più occasioni accolse Diana, ancora bambina tramite i progetti di accoglienza promossi dai volontari di Castiglione d’Adda. «Arrivai per la prima volta a Cavacurta nel 1998 – ricorda Diana che nella vita di tutti i giorni lavora come agente assicurativo -. Avevamo l’obbligo di allontanarci dalla nostra terra contaminata almeno due volte l’anno e fu grazie a mia nonna Carolina che approdai da quelli che oggi sono i miei genitori. Lei mi iscrisse nel programma di accoglienza in Italia. E fu proprio dalla sua voce, prima di lasciarci per sempre, l’espressione di un ultimo desiderio: che la famiglia Italiana si potesse prendere cura di me». Solo qualche mese prima, infatti, Tina e Piero avevano raggiunto Diana, la nonna e la zia in Bielorussia per conoscere le sue origini e i suoi affetti: «Ricordo che abbiamo trascorso due settimane bellissime – commenta la giovane – e ad ottobre quando la nonna venne a mancare ho alzato il telefono e ho chiesto a Tina e Piero se potessi diventare la loro bambina». E la coppia, che non aveva figli, non ci pensò su die volte e avviò le pratiche per l’adozione che si concluse solo tre anni più tardi.

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