Crescono i dipendenti in Provincia a Lodi: sono 33, con la prospettiva di arrivare a 60

I nuovi lavoratori hanno vinto il maxi concorso regionale

Formazione e affiancamento, i nuovi dipendenti di palazzo San Cristoforo sui banchi per poter essere pienamente operativi quanto prima. La Provincia di Lodi, un centinaio di dipendenti, vede di colpo crescere il numero della propria forza lavoro di 33 dipendenti, con la prospettiva di salire fino a 60 nuovi dipendenti. Ma l’operatività arriverà solo con il tempo. I nuovi lavoratori della Provincia hanno vinto il maxi-concorsone regionale, che prevedeva per Lodi 60 destinazioni sulla base della scelta dei candidati. Per ora ne sono definitivi 33: 8 sono già arrivati, 15 giorni fa, hanno finito la formazione teorica e sono in affiancamento, altri 13 sono sui banchi per la formazione teorica, altri 12 arriveranno il 16 febbraio. «Le persone che hanno vinto il concorso regionale hanno una preparazione solida rispetto alle materie previste nel bando – spiega Elisabetta Bellocchio, responsabile del Centro per l’impiego di Lodi -. Ora sfruttiamo Anpal Servizi, che ci fornisce la formazione intensiva, a costo zero per la Provincia. Si tratta di 15 giorni sulle materie specialistiche del Centro per l’impiego. Al termine, i colleghi sono già pronti per una prima operatività di base, e vengono affiancati ai colleghi che lavorano al Centro per l’impiego da anni, per imparare sul campo le diverse attività da svolgere». Dunque, prima di poter contare su un apporto fattivo bisogna attendere almeno un mese, forse di più, per permettere a tutti di prendere confidenza con gli strumenti e le procedure e di cominciare a farsi una prima esperienza. «Sono molto fiduciosa, quando entrano in affiancamento cominciano già a dare una mano, ma questa è la fase più complessa perché i colleghi anziani portano avanti l’operatività di tutti i giorni e intanto assistono e fanno crescere i giovani – conclude Elisabetta Bellocchio -. Quando avremo un primo nucleo di nuovi colleghi autonomi, allora programmeremo l’apertura di Codogno e Sant’Angelo, dislocando un mix di persone più esperte e di più giovani per cominciare a erogare almeno i primi servizi di base».n

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