COVID Lombardia in zona arancione da lunedì

Scattano nuove restrizioni: ecco tutte le regole a cui attenersi

Ricomincia la girandola dei colori, il sistema che, in base all’indice di trasmissibilità del virus, attribuisce un rischio a ogni singola regione. Dopo i due giorni in cui tutta l’Italia era gialla, passano in area arancione, dall’11 al 15 gennaio, le regioni Calabria, Emilia Romagna, Lombardia, Sicilia e Veneto, ovvero quei territori con un Rt sopra 1. Tutte le altre regioni saranno gialle, nessuna è rossa. Per tutta la prossima settimana dunque non sarà possibile uscire dalla regione e dal proprio Comune, mentre i locali resteranno chiusi (ma sarà possibile l’asporto). Chiuse le palestre e confermato il coprifuoco dalle 22 alle 5. Secondo la bozza di monitoraggio settimanale Iss-ministero della Salute, nel periodo 15-28 dicembre infatti l’indice di trasmissibilità Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 1,03 (range 0,98 - 1,13), in aumento da quattro settimane e per la prima volta, dopo sei settimane, sopra uno. L’epidemia, ha spiegato l’istituto, si trova «in una fase delicata che sembra preludere ad un nuovo rapido aumento nel numero di casi nelle prossime settimane, qualora non venissero definite ed implementate rigorosamente misure di mitigazione più stringenti».

Questi i dati delle regioni diffusi ieri (venerdì) dall’Iss, con indicato tra parentesi l’intervallo inferiore dell’Rt. Abruzzo 0,9 (0,83), Basilicata 0,83 (0,67), Calabria 1,14 (1,04), Campania 0,83 (0,76), Emilia-Romagna 1,05 (1,03), Friuli 0,91 (0,86), Lazio 0,98 (0,94), Liguria 1,02 (0,95), Lombardia 1,27 (1,24), Marche 0,93 (0,82), Molise 1,27 (0,96), Piemonte 0,95 (0,92), Provincia Bolzano 0,81 (0,75), Provincia di Trento 0,85 (0,79), Puglia 1 (0,96), Sardegna 1,02 (0,95), Sicilia 1,04 (0,99), Toscana 0,9 (0,87), Umbria 1,01 (0,95), Val d’Aosta 1,07 (0,87), Veneto 0,97 (0,96). Si nota che la Lombardia sfiora la zona rossa e che ci sono dieci regioni la cui media ha raggiunto o superato la soglia dell’1. Il presidente dell’Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro ha spiegato: «Siamo a 166 casi per 100mila abitanti in 7 giorni come incidenza e c’è grande variabilità tra Regioni, con il Veneto che mantiene incidenza elevata, ma tutte le regioni hanno incidenza superiore per poter passare da una fase di mitigazione ad una di controllo con il tracciamento individuale. Speriamo che questo rimanga un segnale sporadico ma in questa fase è molto importante adottare misure adeguate a livello nazionale così come vanno considerate eventuali scelte di rinforzo a livello regionale». Il professore conferma che «c’è un incremento della velocità di crescita dei casi» e che «l’età mediana di chi muore rimane costante. Cosa che conferma che sono persone più anziane e fragili. È un dato che può essere utile per interpretare i dati quotidiani sulle incidenze».

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