Caro direttore, nella mia Terra, il Senegal, sono giorni molto difficili e caotici dal punto di vista politico e civile. Il 30 gennaio 2012 a Podor, nel nord del Senegal, nel corso di una manifestazione contro la candidatura del presidente Abdoulaye Wade, due persone sono sono state uccise e cinque ferite. Il giorno seguente uno studente universitario è rimasto ucciso a Dakar. Il Senegal, considerato da tutti gli osservatori internazionali come uno dei Paesi più stabili al mondo, conosce per la prima volta tensioni politiche di questo livello.Gli scontri sono una conseguenza diretta della decisione assunta dalla Corte Costituzionale senegalese che, due giorni prima, aveva ammesso la candidatura dell’attuale Presidente della Repubblica, il quale correrà per il suo terzo mandato presidenziale in occasione delle elezioni fissate per il 26 febbraio 2012.La carriera politica di Wade ebbe il suo apice nel 2000, anno in cui vinse le elezioni presidenziali con il PDS (Partito democratico senegalese, espressione del neogollismo francese) spezzando 40 anni di presidenza socialista, iniziata con Leopold Sedar Senghòr nel 1960, dopo la decolonizzazione francese, e continuata nel 1980 con il ventennio del delfino Abdou Diouf.Nel corso del primo mandato, Wade riuscì a far approvare dal Parlamento senegalese due fondamentali riforme costituzionali che hanno modellato il semipresidenzialismo senegalese di ispirazione francese: la prima riduceva la durata del mandato presidenziale da 7 anni a 5; la seconda imponeva il limite dei due mandati consecutivi. Dopo l’approvazione, Wade comunicò a tutti i senegalesi la sua volontà di farsi da parte terminati i due mandati, al fine di rispettare la riforma costituzionale.Il mandato fu caratterizzato anche da importanti provvedimenti economici e da un positivo processo di ammodernamento delle infrastrutture senegalesi, nonché da un ritrovato peso nella politica estera.I primi problemi per Wade arrivarono nel 2004, quando decise di nominare il proprio figlio Karim a capo dell’Anoci per l’organizzazione della mega conferenza islamica che si tenne a Dakar.Karim fu accusato da più parti per la non trasparente e lineare gestione delle risorse finanziarie della conferenza. Anche un esponente di spicco dell’Esecutivo, l’allora Ministro degli affari esteri senegalese, Cheikh Tidiane Gadio (ora candidato alle presidenziali) chiese delucidazioni relativamente alla gestione dei fondi dell’Anoci. L’esito fu la sua epurazione dal Governo.Il presidente Wade continuò comunque a coinvolgere il figlio nelle attività politiche del PDS e decise di candidarlo nelle elezioni comunali della roccaforte Dakar. L’esito delle elezioni amministrative del marzo 2009 fu però nefasto per il PDS: per la prima volta Dakar passo al partito socialista, con Khalifa Sall nuovo Sindaco e successore del potentissimo e storico Sindaco di destra Pape Diop.Nel corso dei due mandati, Wade decise anche di rimuovere due dei suoi Primi Ministri, Idrissa Seck e Macky Sall (anch’essi candidati nelle elezioni presidenziali di febbraio), nominando successivamente l’attuale Primo Ministro, Souleymane Ndene Ndiaye. Contemporaneamente, nel maggio del 2009 promosse il figlio Karim a Ministro di Stato con deleghe all’Urbanistica, Trasporto aereo, Infrastrutture, Energia e Cooperazione internazionale. Il dicastero più strategico all’interno del Governo senegalese.Tutte queste vicende sono culminate con gli scontri di piazza nelle varie città, la “primavera senegalese” che ha preso avvio il 23 giugno 2011 con il movimento M23. Tali scontri proseguono in un crescendo di tensione che non permette di immaginare quello che succederà da qui al 26 febbraio 2012.
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