Cosa rimarrà dell’Expo dei popoli?

Sono stato invitato,in rappresentanza di Unicef Italia, all’incontro che si è tenuto a Expo in occasione della Giornata Mondiale sull’Alimentazione il 16 ottobre. Si è trattato di un evento sicuramente tra i più importanti di questa rassegna internazionale, non solo per la presenza di personalità quali Ban Ki Moon segretario generale delle Nazioni Unite e di Sergio Mattarella, presidente della Repubblica, ma soprattutto perché si è consegnata loro La Carta di Milano, vale a dire il documento che impegna l’intera comunità mondiale a realizzare i contenuti di Expo Milano 2015: “Nutrire il pianeta, energia per la vita”. Di fronte ad avvenimenti di tale portata,un interrogativo mi ritorna insistente: cosa rimarrà dell’Expo dei Popoli? Non mi riferisco ai padiglioni presenti nel sito (verranno smontati, distrutti,venduti,regalati?) o a tutte le infrastrutture che hanno reso possibile questa esposizione mondiale cui hanno partecipato oltre 20 milioni di visitatori, ma penso a come verranno concretamente messi in pratica i contenuti di Expo 2015. Si riuscirà a ridurre drasticamente la fame nel mondo? Verrà finalmente reso possibile a tutti l’accesso a una sana alimentazione e all’acqua potabile? Si darà sviluppo ad una agricoltura rispettosa del pianeta e della gente che ci vive e non piu’ solo monopolio incontrastato di multinazionali occidentali? In che modo si affronteranno i paradossi dello spreco alimentare e di una cattiva nutrizione che vede la fame da una parte e l’obesità dall’altra? E ancora,usciranno i grandi della terra, dei quali molti presenti all’evento,a garantire un futuro sostenibile per tutti i popoli?o ci sarà sempre uno sviluppo a due velocità?Grandi interrogativi dunque, enormi,certamente non risolvibili nel breve periodo e che spesso rivolgiamo e riserviamo alle Grandi Organizzazioni e a coloro che reggono le sorti del pianeta,Ma è poi così vero che ciascuno di noi non può fare nulla al riguardo? Senza togliere responsabilità alle grandi organizzazioni internazionali, di cui in qualche modo faccio parte, e senza concedere sconti ai Potenti del Mondo e alle Nazioni più ricche,sono convinto che ciascuno di noi può fare molto. Primo in termini diciamo immateriali, contribuendo con tutti i mezzi a disposizione (informazione, educazione, sensibilizzazione, orientamento di opinione pubblica,individuazione della classe politica dirigente ecc.) a costruire un mondo migliore,sempre più ben disposto verso le tematiche indicate, e che per quanto mi riguarda,personalmente e come interesse prioritario dell’Organizzazione in cui milito vuol dire un mondo attento all’infanzia e allo stato in cui consegneremo loro il pianeta che abbiamo ricevuto dai nostri padri.Ma è sul piano della concretezza che l’apporto di ciascuno di noi può fare la differenza. Non voglio tediare con elenchi sulle buone prassi a proposito di sana e corretta alimentazione, di consumo responsabile di cibi e bevande, di un sobrio stile di vita, di uso preferibile di fonti rinnovabili, di raccolta differenziata dei rifiuti ecc. Sono comportamenti virtuosi noti a tutti, ma non da tutti seguiti.Siamo molto bravi a criticare e suggerire,un pò meno a mettere in pratica quello che pretendiamo dagli altri, dai vicini,dagli amministratori, dai politici, dal Governo, dalla Comunità Internazionale ecc.A ben pensarci,non dobbiamo tanto preoccuparci di quel che resta di Expo, ma di quello che può nascere da Expo, con la consapevolezza,responsabilità ed impegno di tutti.

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