Coronavirus, nella classifica dei contagi Lodi è solo ventiduesima

Monza ha ormai raggiunto il triste record del primo posto in Italia

Il virus in Lombardia corre a velocità differenti in differenti territori. Lo certifica l’analisi dei dati di contagio riferiti ai 30 giorni che vanno dal 19 ottobre al 17 novembre, raccolti dal quotidiano economico «Il Sole 24 Ore». Bastano trenta chilometri di distanza per scavare un solco significativo nei numeri, ovviamente parametrati alla popolazione residente. La provincia di Lodi ha registrato nel periodo considerato un valore di 1.385,04 contagi ogni centomila abitanti, dato che colloca il nostro territorio al 22° posto nella poco invidiabile classifica delle 107 province italiane. Il Covid-19 nel Lodigiano è insomma ancora ben presente, anche in questa seconda ondata. Il contesto regionale non è tuttavia uniforme, con ben quattro province nei primi cinque posti in Italia e altre che scivolano invece nelle posizioni di coda, o quasi. Monza Brianza, la più colpita in assoluto di tutto il Paese, ha registrato 2.819,87 contagi ogni centomila abitanti, più di Varese (2.746,01), Milano (2.505,68) e Como (2.335,43). Tra le posizioni alte delle lombarde si infila soltanto Aosta, terza in Italia con 2.672,49 contagi ogni centomila residenti. Come si vede sono numeri doppi rispetto a Lodi e al suo territorio. E una situazione peggiore rispetto al Lodigiano si riscontra anche a Pavia (1.632,71) e Lecco (1.545,30).

D’altro canto ci sono però province lombarde nelle quali la seconda ondata della pandemia si è fatta sentire nell’ultimo mese in termini meno drammatici, per quanto comunque significativi. Cremona e Mantova hanno superato di poco la soglia dei mille contagi ogni centomila abitanti (rispettivamente 1.087,21 e 1.068,45), mentre le più “risparmiate” - se così si può dire - sono Brescia (866,80) e Bergamo (516,58, un quinto rispetto a Milano). Anche la vicina Piacenza, al confine della Bassa, ha fatto - sia pur lievemente - meglio, con una quota di 1.321,91 contagi ogni centomila abitanti.

Questo tipo di diffusione disomogenea è peraltro comune a tutto il territorio nazionale. Per dire, in Toscana Prato ha il doppio dei contagi rispetto a Grosseto, in Campania Salerno, Benevento e Avellino ne hanno la metà rispetto a Napoli e Caserta. Differenze solo in parte spiegabili alla luce di una possibile disomogenea distribuzione dei tamponi nei vari territori, che potrebbe incidere nella emersione dei soggetti asintomatici e quindi, in un certo modo, “inquinare” i dati.

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