Conoscete il messaggio di Malala?

Lodi ...al ministero. Non è un gioco di parole con il nome della città capoluogo del Lodigiano, che peraltro si presta,ma è una lode sincera per il Ministero dell’Istruzione (o chi per esso)per le tracce dei temi proposti all’esame di maturità, tutte a mio avviso mediamente interessanti, ma una in particolare: quella su Malala.Anni fa mi è capitato mentre partecipavo ad un seminario di programmazione in una residenza del ministero a Monteporzio Catone di trovarmi «vicino di lavoro» di un gruppo di esperti che stavano preparando le prove dell’esame di maturità che si sarebbe svolto di li’ a poche settimane. Eravamo in ambienti separati (il loro era una specie di bunker con la vigilanza armata all’ingresso) ed anche gli orari erano diversi, ma capitava di incontrarci negli spazi comuni e di scambiare frasi di circostanza.Nulla di che,ma la cosa che mi aveva colpito, quasi smitizzando queste commissioni, era che si trattava di persone assolutamente normali, alcuni relativamente giovani, piuttosto simpatici, con i quali in una pausa di lavoro avevo iniziato una disputa calcistica, pur essendo poco afferrato in materia. Da allora ogni volta che leggo le tracce dei temi della maturità penso a quell’episodio (anche se loro erano di area scientifica) e mi approccio con animo più benevolo a leggere i titoli, rivalutando questi esperti che fin dai tempi della mia maturità immaginavo come professoroni antiquati, staccati dalla realtà quotidiana e rinchiusi per giorni e giorni in sale polverose del ministero ad escogitare improbabili temi su cui far esercitare ragazzi annoiati e a tutt’altro rivolti. Così non è, né per gli uni,né per gli altri e l’abbiamo potuto constatare dalle tracce proposte. Mi soffermo, come dicevo, sul tema di Malala, che ha avuto un buon gradimento da parte degli studenti seppur non paragonabile a quello sulla comunicazione sociale (web e social per intenderci).“La penna e il libro sono gli unici strumenti di lavoro che un bambino dovrebbe tenere in mano”. Questo è il messaggio forte di Malala, ragazza pakistana che ha subito un grave attentato per aver lottato contro lo sfruttamento dei bambini e che ha fatto del diritto all’istruzione la sua bandiera. Nell’Italia di oggi, che pure non è esente da colpevoli ritardi, idadempienze e disattenzioni in questo ambito specifico,quello del lavoro minorile e del diritto all’istruzione, non costituiscono di certo una priorità, ma vanno a colpire aree geografiche e di popolazione già pesantemente provati dall’arretramento dello stato sociale.Sicuramente la situazione Italiana non è paragonabile a quella di molti altri paesi cosiddetti in via di sviluppo, ma l’aver proposto il pensiero di Malala Yousafzai, premio Nobel per la pace nel 2014 (il più giovane premio Nobel in assoluto), rende merito al Ministero dell’Istruzione, che pure potrebbe essere facilmente e giustamente criticato per tutta una serie di motivi e verso il quale, se proprio vogliamo, avrei da dire qualcosa anche sul piano personale. I motivi del plauso che mi sento di sottolineare, soprattutto come persona da sempre impegnata nel l’Unicef che ha nella tutela dell’infanzia la sua mission, sono sostanzialmente riconducibili alle seguenti riflessioni proposte ai giovani maturandi e di conseguenza a tutti noi:- i diritti civili non sono mai conquistati una volta per sempre e ci sono molte zone del pianeta dove non sono per nulla garantiti;- lo sfruttamento tramite lavoro minorile è una piaga molto presente sulla faccia della terra e anche in Italia è tutt’altro che estirpata (recenti statistiche parlano di oltre 200 mila minori coinvolti);- il pensiero creativo e la libertà di espressione sono armi importanti in mano ai giovani per la loro affermazione personale e per uno sviluppo sempre più equo e sostenibile dell’intera umanità. E scusate se è poco.

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