CODOGNO Tra le vie e le (poche) bancarelle la nostalgia per la Fiera che non c’è VIDEO

Oggi sarebbe stato il gran giorno dell’expo autunnale numero 230

Della Fiera di Codogno è rimasta la nebbia: tra vie semi deserte e poche bancarelle, viaggio nella città privata dopo 230 anni del suo grande expo autunnale causa Covid-19. I codognesi non nascondono una certa nostalgia per l’evento soppresso a causa dell’emergenza sanitaria. Per le strade, a rammentare che questa non è una settimana come le altre restano pochi segni: il profumo di torrone, con il chiosco fisso sotto la loggia comunale di piazza XX Settembre, e le luminarie natalizie, già appese per le strade a rammentare che a Codogno è già tempo di festa, perché è tempo di Fiera. Anche se la Fiera non c’è.

È martedì. Al quartiere fieristico oggi sarebbe cominciato l’expo del bestiame e piazza Cairoli sarebbe stata gremita per il mercato settimanale ancora più frequentato per l’occasione. E invece sono appena una dozzina gli ambulanti in piazza Cairoli: il Dpcm ammette solo gli alimentari. Ma così non è lo stessa cosa.

«Questo non è un mercato, perché il mercato si fa tutti insieme, tutti uniti – osserva il fruttivendolo Vittorio De Cesari -. Inoltre il fatto che le persone non si possano spostare da un comune all’altro ci mette in difficoltà, perché la gente che abita fuori Codogno non può comunque partecipare nemmeno a questo piccolo mercato».

«Gira molta meno gente, il mercato della Fiera sarebbe stato pienissimo, però è anche vero che i nostri clienti sono affezionati e vengono lo stesso a trovarci. Almeno quelli di Codogno – osservano i fratelli Arnoldi, parlando dietro al loro banco di salumi e formaggi -. Sento però tante lamentele ed è comprensibile visto il momento». Drastico il commento di Rachele Rossi che parlando dal suo banco dei salumi osserva (con sguardo sconsolato): «Non sta andando bene per niente, o almeno io parlo per me, perché i clienti sono davvero pochi».

Al mercato però c’è chi non rinuncia e che non vorrebbe rinunciare neppure alla Fiera. È il caso di Giancarlo Barcellesi e consorte: «Io da codognese, da codognino, ho sempre frequentato la Fiera di Codogno che era e rimane un avvenimento molto importante qui nel Basso Lodigiano – spiega -. Io sono nato nel 1946 e mi ricordo che negli anni Cinquanta il mercato bestiame non si svolgeva al quartiere fieristico, ma sulla circonvallazione di Codogno». Come sottolineato anche da sua moglie, «spiace davvero che non ci sia la Fiera». Tanto più considerando che la settimana fieristica avrebbe portato, sempre in centro, un terzo giorno di mercato, quello delle bancarelle della domenica, nel giorno del Fierone: un mercato speciale, più ricco e vario in termini di offerta. Il mercato della festa, amato e frequentato anche da tante famiglie e da moltissimi giovani: frutta candita, curiosità, caramelle e persino il luna park. Quest’anno resiste solo il torrone.

«Questa situazione ci sta togliendo tutto, tutto ciò che per la nostra Codogno è significativa – commentano Loredana, Elsa e Ippolita, tutte ex docenti -: il martedì della Fiera si portavano i bambini nei padiglioni a osservare da vicino gli animali per esempio; e la pesca di beneficenza di tanti anni fa? Veniva fatta qui - rammentano -, in piazza, presso la loggia». Più avanti Maria Grazia e Mariana raccontano: «Noi venivano sempre in Fiera il mercoledì, giravamo tutti i padiglioni, mentre la domenica venivano al Fierone. Quante bancarelle che c’erano, si partiva da piazza dei Carabinieri e si procedeva fino qui in piazza Cairoli, una grande festa». Nostalgia canaglia. Questo 2020 Codogno proprio non lo dimenticherà.

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