CODOGNO Alessandro, il ciclista pendolare: «Così evito mezzi pieni di gente» VIDEO

Il professor Visigalli insegna in un Centro di formazione a Milano

Completo da gara ciclistica. Casco. Occhiali da sole. Sono le 6.25 di lunedì e come ogni giorno feriale Alessandro Visigalli arriva in stazione a Codogno in sella alla sua bicicletta per andare a lavorare: anche se l’assetto è quello di un ciclista da corsa la destinazione del codognese è però Milano, Corso Lodi, in un Centro di formazione professionale dove il 45enne insegna matematica e informatica. E dove per arrivarci, Alessandro utilizza treno e bicicletta. Quello di Visigalli infatti è un pendolarismo all’insegna della inter-modalità. Con i suoi pregi e – al momento - i suoi limiti. «Mi servo di treno e bici per andare a Milano da circa 12 anni – racconta Alessandro -: prima infatti lavoravo in una zona che riuscivo a raggiungere utilizzando il treno Codogno-Milano e poi circa 45 minuti di mezzi pubblici come la metro, dunque affollatissimi: ho così cominciato a caricare la bici sul treno e non ho più smesso». A scuola poi, si cambia e sale in cattedra.

«Non tutti i treni però hanno la carrozza con lo spazio dedicato per appendere le bici – spiega -: i Piacenza per esempio sono treni vecchi, ma hanno più posti mentre i Mantova non hanno sempre lo spazio dedicato e comunque ci sono meno posti, 3 o 4 intendo; se molte persone dovessero andare a lavorare usando treno e bici oggi i convogli non sarebbero in grado di contenere numeri elevati – osserva -: a costo zero però a vantaggio di chi già usa questa modalità penso si potrebbe aggiungere negli annunci delle corse in che posizioni si trova la carrozza dedicata alle bici, perché non è sempre nello stesso punto dunque quando arriva il treno devo essere velocissimo a spostarmi». «Per quanto riguarda gli scali ferroviari, la bicicletta va spesso caricata in spalla. «A Codogno non c’è l’ascensore per ora – prosegue -, dunque per passare da un binario all’altro devo per forza sollevarla».

Quanto alla tempistica, Alessandro osserva: «In treno sono circa 45 minuti, in bici circa 20 minuti, in media faccio 35 chilometri al giorno». Al ritorno infatti spesso e volentieri scende a Lodi, trasformando il viaggio verso casa in un po’ di allenamento. Di certo quando l’Atm sciopera per Visigalli il problema non sussiste, così come i costi dell’abbonamento della metro. Quando piove però, il tragitto milanese in bici non è sempre agevole. Ma non per Alessandro, che da anni milita nel “Velo Club Casalese Luigi Tosi”: la pioggia non lo ferma di certo.

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