L’immigrazione in Italia è entrata in un nuovo stadio che propone diverse facce. È troppo semplice affrontarle osservandole in un unico schema. Oggi la porzione dei cittadini non italiani sul territorio ha raggiunto quote simili a quella di altri paesi europei: in rapporto alla popolazione totale gli stranieri sono l’8,3% in Italia, nel Regno Unito sono l’8,4%, in Germania il 9,3%, in Francia il rapporto è un po’ inferiore, dato che tocca il 6,6%, in Austria è maggiore, arriva al 13,2%.La differenza con gli altri Paesi europei è nella velocità con cui si è arrivati alla proporzione attuale: in Italia in meno di vent’anni il numero è aumentato di quasi cinque volte, da nessuna altra parte si è assistito a una crescita simile. Tale accelerazione ha avuto conseguenze soprattutto sulla percezione del fenomeno. Dagli ultimi due anni il flusso sembra stabilizzato, ma cambiano le questioni da affrontare: si diversificano gli accessi, si evidenzia una nuova struttura della popolazione giovanile, aumentano gli stranieri che diventano italiani.Innanzitutto cambiano le ragioni degli ingressi: il numero dei permessi umanitari è salito dal 7,3% del 2013 al 28% del 2015. Il flusso di persone che entra in Italia, come nel resto d’Europa, è mosso da fattori di spinta, come afferma il presidente dell’Istat Giorgio Alleva, piuttosto che da fattori di attrazione. Questa trasformazione cambia anche il radicamento sul territorio. I rifugiati e i richiedenti asilo hanno più propensione alla mobilità di quelli che entrano nel paese per motivi di lavoro o per ricongiungimento familiare. Quest’ultima è ormai la ragione di ingresso più diffusa.Poi ci sono gli immigrati presenti sul territorio italiano che presentano una struttura della popolazione più giovane; l’età media è sotto i 34 anni con punte molto elevate: si pensi che il 45% della popolazione straniera è compresa tra i 15 e i 39 anni, mentre in Italia nella stessa fascia d’età si ritrova appena il 20,2% della popolazione. La giovinezza è una forte risorsa demografica che andrebbe valorizzata nella fase di invecchiamento che attraversa il nostro paese.Infine ci sono i dati che mostrano lo stato di integrazione nel nostro Paese degli immigrati. Si riscontrano due elementi. Le rilevazione Istat ci indicano un grande aumento del numero di stranieri che acquistano la cittadinanza: si è passati dai 56mila del 2011 ai 178mila del 2015. L’impatto più alto è dato dal secondo elemento il numero dei ragazzi e ragazze che diventano italiani: che è passato da circa 10 mila a oltre 66 mila. Molti tra l’altro sono nati e vissuti in Italia dalla loro nascita e acquisiscono la cittadinanza italiana al raggiungimento della maggiore età o per l’acquisizione della cittadinanza italiana dei loro genitori.
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