Con la delibera, assunta all’unanimità il 26 novembre 2012, di conferire la cittadinanza onoraria ai minori stranieri residenti nel comune, il consiglio comunale di Brembio ha compiuto un atto di civiltà ed ha aperto la strada anche nel Lodigiano ad un movimento culturale e politico già molto presente sul territorio nazionale e che ha tra i suoi più autorevoli sostenitori lo stesso presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. La questione è nota: secondo la legislazione italiana, i bambini nati in Italia da genitori stranieri, non sono cittadini italiani e non lo diventano (neanche in modo automatico oltretutto), fino a 18 anni. Prevale da noi il cosiddetto principio dello “ius sanguinis”, vale a dire l’acquisizione della cittadinanza in base alla familiarità. Ma oramai, in un paese d’immigrazione come il nostro, i tempi sono maturi perché si passi ad un altro principio giuridico che è quello dello “ius soli”, cioè l’acquisizione della cittadinanza in base al luogo di nascita.Non è più accettabile che un bambino nato in Italia,che va a scuola in Italia, che parla italiano, che frequenta amici italiani, che gioca a pallone a in squadre italiane ecc. rimanga straniero, cioè “estraneo” (questo è l’etimo della parola) fino a 18 anni. Non ci vuole Balottelli o El Shaarawy per farcelo capire!L’Unicef Italia che ha il compito di promuovere e garantire nel nostro paese l’uguaglianza dei diritti per i bambini e gli adolescenti, senza discriminazione alcuna, sta facendo, unitamente ad altri soggetti istituzionali ed associativi, una forte pressione sul Parlamento perchè abbia ad approvare una nuova legge, che superi l’attuale che risale al 1992, del tutto inadeguata ormai, oltrechè iniqua e discriminante.Inoltre unendosi ad un consistente movimento di opinione della Società Civile, l’Unicef ha lanciato una campagna per il conferimento della cittadinanza onoraria ai minori di origine straniera nati nel nostro paese.La cittadinanza onoraria, va detto a scanso di equivoci, è solo un atto simbolico ma dalle pregnanti valenze culturali. Si tratta da un lato di promuovere un percorso di crescita della società italiana,ormai multietnica e pluriculturale, avviandola verso una decisa politica di piena inclusione, e dall’altro, come si diceva, di sollecitare la rapida approvazione di una nuova legge più giusta.Anche nel nostro territorio l’Unicef di Lodi ha lanciato un appello a tutti i comuni della provincia, suscitando un vivo interesse ed ottenendo già l’adesione da parte di una ventina di sindaci, tra cui i due dei comuni più grandi: Lodi e Codogno.Con la delibera del consiglio comunale di Brembio, è iniziata nel Lodigiano la prima fase di questo percorso di civiltà, quella delle delibere formali, cui dovrà seguire un’informazione corretta e puntuale e il coinvolgimento fattivo delle diverse comunità straniere presenti sul territorio, che preveda anche il consenso da parte degli interessati al provvedimento.Non si tratta conferendo la cittadinanza onoraria di compiere un’azione buonista o di procedere ad un’elargizione gratuita di un titolo onorifico con la consegna di un diplomino a chi magari non sa che farsene, ma si vuole con questo atto simbolico mettere un tassello importante sulla strada concreta della costruzione di una società più equa ed egualitaria. Noi dell’Unicef ci saremo.
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