Ci vuole il coraggio delle imprese

Spesso si sente affermare: “I giovani sono il nostro futuro!”. Chi potrebbe mai negarlo? Si sente altrettanto spesso dire, tuttavia, che questa crisi, che ha coinvolto tutti in modo trasversale, ha cambiato il modo di fare impresa, sta affannando le nostre aziende, che si vedono sempre più spesso coinvolte in situazioni di difficoltà che colpiscono i più diversi ambiti della gestione aziendale. Anche questo, purtroppo, chi potrebbe negarlo? Occorre, forse, allora soffermarci e riflettere su un concetto che a volte si rischia di dare troppo per scontato. Le imprese hanno come obiettivo superare la crisi, superare bene la crisi è il caso di dire, restando sul mercato senza perdere posizioni strategiche, migliorando la loro produttività, la qualità dei loro prodotti, la loro competitività.In altre parole le imprese stanno guardando oltre, stanno guardando verso il futuro del nostro sistema economico sociale, con l’obiettivo di esserne parte attiva, protagonisti brillanti. In poche parole, le imprese vogliono il futuro. E vogliono tornare ad essere, nel futuro, protagoniste. Allora come non pensare che, se i giovani sono il futuro, e le imprese vogliono futuro, l’incontro dei due sia un elemento importante nella ri-costruzione, o meglio, della ripresa del nostro Paese? Non possiamo non considerare che qualcosa di importante è stato fatto in questa direzione ed è rappresentato dal D.Lgs 14/09/2011 n. 167, il Testo Unico sull’Apprendistato entrato in vigore il 25 ottobre 2011. Un punto di partenza questo, fondamentale, che ha aperto la strada ad un confronto concreto e ben strutturato, che ha visto coinvolte le Parti Sociali tutte, al lavoro, con uno sguardo in direzione dei giovani che si affacciano al mercato del lavoro, e delle imprese, che di questi giovani hanno bisogno per portare l’innovazione che può dare l’opportunità, all’impresa stessa, di esserci, domani.Da questo confronto è nato l’Accordo Interconfederale, sottoscritto da Confindustria, CGIL, CISL e UIL il 18 aprile 2012, con l’obiettivo di dare efficacia al contenuto del Testo Unico sull’Apprendistato. Accordo che, per stessa specificazione della parti sottoscriventi, ha natura cedevole, in favore di ogni altro accordo sottoscritto dai singoli settori produttivi, meglio titolati a disciplinare l’istituto, declinandolo nelle fattispecie proprie di ciascun settore. Un buon lavoro è stato fatto sin’ora, grazie al quale oggi possiamo leggere l’accordo del settore della Gomma Plastica e del sottore dell’Industria Alimentare, per citarne solo alcuni, ma molto c’è ancora da fare. I lavori sono iniziati e vengono portati avanti su più fronti. Da un lato, hanno lo scopo di dare ordine alla disciplina dell’istituto apprendistato, portandolo nelle fattispecie di settore, come suggerito dall’Accordo Interconfederale, rendendolo il più possibile fungibile nella sua interezza, dall’altro di chiarire i punti che ancora restano incerti, eliminare i dubbi e le esitazioni, conoscere a fondo lo strumento del contratto di apprendistato, comprendendone il valore aggiunto e la ratio che ha portato al suo ri-modellamento, ed, infine, applicarlo nella realtà di tutti i giorni. Le imprese si sono rivelate anche in quest’occasione, illuminate, hanno dimostrato di saper cogliere sapientemente le opportunità di dialogo e confronto, e di saper riconoscere l’occasione offerta dal confronto sull’apprendistato come una reale opportunità di crescita, utilizzandola come stimolo per il miglioramento necessario per superare la crisi. La strada per il futuro è iniziata, ci vuole tutto il coraggio, che le imprese hanno, per percorrerla con impegno e determinazione ed arrivare ad essere, anche domani, protagonisti.

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