Era scontato non aspettarsi troppo dal Governo Letta: un governo che naviga a vista, giorno dopo giorno, in un certo senso “contronatura” e tollerato solo a causa dell’emergenza in cui versa il Paese; tuttavia se, come si sperava, avesse affrontato subito i due nodi più scottanti sul tappeto quali il cambio del porcellum e il problema del lavoro, avremmo trangugiato anche questo rospo. Da tempo immemorabile siamo assuefatti a tapparci il naso, a chiudere gli occhi, a votare nonostante tutto e malgrado tutti.Qualcuno ha osato ricordare, e non a torto, il famoso motto: “fino a quando si potrà abusare della nostra pazienza?”, quasi anticipando che nel momento in cui non se ne potrà più qualcosa di grosso scoppierà. Sarà durante l’autunno caldo? Non è certo quello che auspichiamo. Ma in ottobre avremo la nuova legge elettorale, parola di Letta al meeting di Rimini! Per il lavoro non c’è fretta, si sta studiando... I giornali stranieri in questi giorni sono stati pungenti nei nostri confronti: a qualcuno è sembrato che in questo momento tragico noi stiamo invece cincischiando con “la commedia italiana” a causa dei fantasiosi escamotages per costruire, tra le righe delle leggi, o contro la legge, un salvacondotto che salvi Berlusconi dagli effetti della condanna in cassazione per frode fiscale. Questo è il problema giornaliero della politica Italiana: non è forse così? A scuola insegnavano che le commedie finiscono bene, ma temo che non sia proprio il nostro caso, se una parte del Governo costantemente minaccia l’altra di tagliare il cordone, e di ritornare nel caos. E poi? Intanto le aziende chiudono, lasciando nella disperazione migliaia di famiglie. E cosa dire di chi, rientrando dalle ferie si è trovata l’azienda trasportata in un’altra nazione? Quello che scandalizza è la sensazione che chi ci governa non abbia ancora capito quale sia lo stato di disperazione che tocca le famiglie nelle quali non entra più uno stipendio da mesi o da anni. Così è se vi pare, oppure lo sfascio: ricatto su ricatto? Considerando il futuro dei giovani sembra che allo sfascio siamo già arrivati.. Non mi illudo neppure, come qualche ministro ha azzardato, che le cose stiano migliorando e che finalmente si intravede uno spiraglio alla fine del tunnel. Lo diceva anche il Governo Monti, di v.m. Se parte degli italiani è riuscita ancora a fare qualche giorno di vacanza, ciò non significa che alberghi e ristoranti abbiano fatto il pienone. La forbice tra ricchi e poveri, anche se si allarga a dismisura, ha permesso ancora solo ai più fortunati un po’di svago. E non paga contare quante sono le imbarcazioni ormeggiate nei porticcioli per dire che il Paese va a gonfie vele! Se veramente l’attuale è una commedia, allora ridiamoci sopra, perché il finale tranquillizzerà tutti.Sembra invece che ci stiamo portando, se non si interverrà con coraggio e con fatti concreti sul lavoro e sui diritti dei lavoratori, verso una stagione pericolosa come non mai.Intanto si ingrossa a dismisura il popolo dell’astensione e dell’antipolitica. Come dargli torto?In questo scenario un po’ surreale, tuttavia, sono passati due provvedimenti buoni: l’eliminazione del fumo anche dai corridoi delle scuole e l’inasprimento del reato di femminicidio. I due ministri del caso ne sono orgogliosi. In effetti non si può dire che non siano cose buone; peccato che dal ministro della sanità mi sarei aspettato qualcosa di più corposo, ad esempio la riduzione dei tickets per chi fa fatica a pagarli, o per chi vorrebbe accedere alla diagnostica preventiva, e invece rimanda sine die per mancanza di mezzi, o qualche euro in più per gli ospedali. Per il femminicidio invece, mentre si osanna al successo del provvedimento, (e l’inasprimento, ripeto, è buono) non si ha il coraggio di ricordare che abbiamo alle spalle decenni di strumentalizzazione della donna e del suo corpo? I burlesques, i bunga-bunga, i processi per favoreggiamento della prostituzione, non hanno certo promosso la cultura, già fragile, del rispetto della donna! Memoria corta? Tuttavia meglio tardi che mai. Ma oggi il primo passo del Governo rimane quello di dare da mangiare agli affamati. Il resto, anche se educativo, venga pure. Abbiamo forse taciuto troppo per vent’anni; non abbiamo avuto il coraggio di fermarci per fare e farci un esame di coscienza. Magari, se avessimo letto il Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa (che rimane impolverato nei cassetti anche degli addetti ai lavori) avremmo capito dove stava naufragando il Paese. Da anni si percepiva la necessità di una virata.Nemmeno Todi ha partorito altro se non un topolino, che deve essere sgattaiolato da qualche parte e nessuno più lo trova. Se il cosiddetto “mondo cattolico” (Carneade, chi era costui?) non tornerà a quei valori umani (e cristiani) contenuti nelle dottrina sociale per lavorarci sopra senza interesse corporativo, non sarà minimamente significativo, nonostante convegni, assemblee, raduni, ecc. Occorre dare corpo al “bene comune”, e non utilizzarlo come slogan privo di sostanza. Due decenni di accondiscendimento per un piatto di lenticchie e di paura di lacerazioni forse hanno allontanato e demoralizzato anche quei cattolici “illuminati”, che disturbavano e pertanto sono stati dimenticati. Ci rimane la speranza nel miracolo, e forse il miracolo verrà se ciascuno, politici in testa, avrà il coraggio di mettersi la mano alla coscienza, cristiana o laica che sia.
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