Chiapparoli affronta i sindacati

Promesse non mantenute e mancata applicazione del contratto nazionale di lavoro: i lavoratori della cooperativa PR Logistica degli stabilimenti Chiapparoli di Livraga vanno in assemblea in strada e si scontrano con il cavalier Silvano Chiapparoli. Dopo tensioni e un duro faccia a faccia, si programma un incontro per approfondire i problemi. È accaduto ieri mattina fuori dai cancelli del deposito Livraga 1 del gruppo, dove lavorano oltre 400 persone. Una buona parte di lavoratori della cooperativa, 150 o più, dalle 8 ieri mattina erano radunati davanti i cancelli del deposito con i sindacalisti di Filt Cgil, Fit Cisl e Uilt Uil. Al centro del dibattito figurava la mancata corresponsione da parte della cooperativa del promesso aumento. La Chiapparoli Spa ha riconosciuto un adeguamento contrattuale alla PR Logistica, cooperativa del consorzio Gesa che opera da oltre 30 anni negli stabilimenti del gruppo. L’aumento doveva essere trasferito ai dipendenti per una quota di 90 centesimi orari in più in busta paga. Ma mercoledì negli stipendi non c’era traccia dell’aumento. Così è stata indetta l’assemblea che, per mancanza di adeguati spazi interni, si è tenuta nel parcheggio. I sindacalisti hanno spiegato le successive mosse e le rivendicazioni da portare davanti la cooperativa, e la riunione volgeva al termine quando, alle 9 circa, è arrivato il cavalier Silvano Chiapparoli, patron del gruppo. «Vorrei tanto sapere cosa fate qui fuori invece di essere nel deposito a lavorare», ha urlato Chiapparoli, che in un attimo è intervenuto duramente contro il sindacato e ha invitato i lavoratori, per così dire, a rientrare in magazzino, scontrandosi a male parole con tutti mentre alcuni responsabili minacciavano di prendere provvedimenti per chi aveva partecipato all’assemblea. Così tra intimidazioni e qualche protesta, gli operai tornavano al lavoro, mentre Chiapparoli stesso scompariva negli uffici. Proprio quando ormai anche i sindacalisti se ne stavano andando, però, Chiapparoli è tornato fuori dai cancelli, ed è iniziato un confronto questa volta pacato e civile. «Mi hanno detto che ci sono problemi con la cooperativa, ma vorrei sapere perché non siete venuti da me a chiedere ragioni invece di fare un’assemblea qui fuori - ha detto il patron -. Io sono sempre disponibile, ma non tollero che si creino ritardi sul lavoro, perché abbiamo tempi da rispettare per le consegne, altrimenti scattano le penali. Qualsiasi problema si può discutere, a patto che si mantenga una struttura flessibile e che permetta di rispondere alle richieste del mercato». A quel punto Guido Scarpino della Filt Cgil e Sergio Bianco della Fit Cisl hanno potuto esporre le ragioni dei lavoratori. «Da un mese chiediamo un incontro con lei, ma non ci è mai stato concesso - hanno detto i sindacalisti -. Non cerchiamo di creare problemi, ma vogliamo solo qualche diritto per i lavoratori perché la cooperativa non applica il contratto nazionale e ci sono diverse criticità, a partire dagli stipendi bassi, dall’assenza di ferie e malattia, dalla quasi assenza del Tfr. La flessibilità si può mantenere anche con qualche tutela e qualche miglioramento per i lavoratori». Dopo la quasi lite, le parti si sono strette la mano e si sono lasciate con la promessa di un incontro con la presenza di rappresentanti della coop, con il patron Chiapparoli e i sindacati.

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