La cronaca di questi ultimi giorni richiede una prudente lettura dei fatti, soprattutto quando ci accorgiamo che a passare il limite sono proprio gli adulti. Persone investite di un ruolo ben preciso dalle quali ci si aspetta controllo, equilibrio, moderazione onde evitare di cadere nella trappola del «fuori norma». Qui sono i comportamenti personali di insegnanti, genitori e presidi ad essere messi sotto accusa. I fatti in breve. In una scuola elementare di Sant’Ambrogio, un comune della Val di Susa, un bimbo di otto anni, a quanto pare piuttosto irrequieto, reagisce alle maestre con parolacce condite con qualche bestemmia. Seguono i giusti rimproveri da parte delle docenti che, pensando di fare «cosa buona e giusta», applicano una sorta di legge di contrappasso dantesca. Una bocca sporca a causa del turpiloquio, può tornare pulita solo con l’uso del sapone. Detto, fatto. L’irrequieto alunno viene purificato con del sapone. La faccenda, ovviamente, finisce sui giornali per continuare nelle sedi legali dove, nel frattempo, la mamma si è recata per ottenere giustizia. Esito finale: bimbo purificato e maestre denunciate. Un altro grave episodio si registra presso la scuola elementare di Cogollo del Cengio nel vicentino dove un maestro rimprovera, pare aspramente, un alunno per il comportamento tenuto durante le lezioni. Ma una volta a casa il racconto del bimbo convince il padre a recarsi immediatamente a scuola per «chiarimenti». L’incontro ravvicinato tra il papà e il maestro scade subito di livello. Partono sconsiderate reazioni da parte del genitore che ritiene «cosa buona e giusta» risolvere la questione, mandando in ospedale il maestro con sospetta frattura del timpano. La sorpresa è che questo padre infuriato è un carabiniere del posto. Un uomo delle istituzioni. Esito finale: maestro ospedalizzato e genitore denunciato. Altra strana storia si registra all’Istituto Tecnico «Besta» di Milano. Qui è la preside che sale agli onori della cronaca. Una studentessa si rende responsabile di un uso improprio dello spray al peperoncino in suo possesso per proteggersi da eventuali aggressori. Sono i suoi compagni di classe ad essere le prime vittime del prodotto urticante. La preside, informata dei fatti, ritiene opportuno opporre una spruzzata educativa ad una carnascialesca. Ed ecco applicare la legge del taglione. Parte una spruzzata dritta sulle mani della studentessa per pareggiare il conto. Ma la situazione si complica subito. La ragazza accusa forti bruciori e gonfiore alla mano mentre le amiche vicine, investite dalla nuvola dello spray, faticano a respirare. Scattano i soccorsi e il San Raffaele si mobilita. Esito finale: studentesse pruriginate e preside minacciata di denuncia dai genitori. Diversi gli episodi, diversi gli attori. Sono coinvolti alunni, insegnanti, presidi e genitori che a diverso titolo contribuiscono, ciascuno con la propria parte, a disgregare l’immagine della scuola come luogo privilegiato di convivenza pedagogica ed educativa. Un sorta di demone schizofrenico sembra annidarsi tra le mura scolastiche. Del resto una comune visione vuole la scuola paragonata ad uno specchio dove si riflettono le difficoltà presenti nella società. Una società turbolenta vuole una scuola turbolenta dove si ritrovano denunciati docenti, genitori, presidi. Una scuola dove il sapone purgativo viene ritenuto più efficace di un necessario rimprovero; una scuola dove sonori ceffoni spaccatimpani sono ritenuti più qualificanti di un salvifico colloquio; una scuola dove uno spray urticante viene utilizzato come mezzo e strumento per una risposta educativa più di una giusta punizione. In tutti questi casi, comunque, qualcosa non torna. Certo che se dovessimo ricorrere al sapone per pulire la bocca a chi si abbandona al turpiloquio o a chi bestemmia, allora dovrebbero sorgere un bel po’ di fabbriche di sapone in giro per l’Italia per far fronte a lavaggi di bocche di tanti adulti che bestemmiano apertamente in privato come in pubblico. Ne sono testimoni i bip che accompagnano la messa in onda di tanti servizi televisivi. La violenza verbale è oramai imperante un po’ dappertutto. Impera sui giornali, in televisione, nei bar come nei luoghi istituzionali, tra gli uomini come tra le gentili signore, tra le persone colte come tra gli scaricatori di porto, nei colloqui privati come nei dibattiti pubblici. Perché meravigliarsi se tutto questo dalla bocca degli adulti si trasferisce sulla bocca dei ragazzini? E’ così che gira il mondo. Non ci dobbiamo più scandalizzare di nulla. I bimbi, i ragazzi sono circondati da una realtà violenta. Una società che oramai dialoga poco, ma bestemmia molto, che pensa più a come demolire l’entusiasmo che a costruire una relazione. Una società che non trova più gusto nel contatto tra persone, ma si abbandona ai social network propri di un mondo virtuale. E allora perché meravigliarci? Cosa c’è di strano se dei bimbetti si rivolgono in modo volgare e offensivo alle maestre; se un genitore prende a schiaffi un docente; se un capo d’istituto si affida a punizioni draconiane. E’ così che va il mondo oggi. A mio modo di vedere è come se si avesse a che fare con una realtà oramai in corto circuito. Come mai, ad esempio, non si riesce più a donare alle generazioni che seguono ciò che ci è stato donato dalle generazioni che ci hanno preceduto? Cosa impedisce il passaggio del testimone? Di sicuro c’è di mezzo lo stile di vita degli adulti che confonde l’identità dei ragazzi. Fino a quando avremo bambini che giocano a fare gli adulti e ragazzi che si comportano da adulti non possiamo fare altro che osservare il disastro che abbiamo contribuito a creare. Del resto non ci vuole poi tanto a capire il vuoto che abbiamo contribuito a creare attorno ai ragazzi. Sono i tanti sguardi abbandonati e trasgressivi a dircelo. Espressioni di una società che accoglie e compatisce i bulli, che genera disperazione e smarrimento, che alimenta soprusi e violenze, lasciandosi catturare dai nuovi stili di vita che non fanno presagire nulla di buono. Eppure siamo di fronte a ragazzi che non amano sensi di colpa, che al contrario, cercano emozioni, aiutati in questo dal loro vissuto che si presenta pulito, più di quanto si possa pensare. Ad maiora!
© RIPRODUZIONE RISERVATA