Che distanza fra Pimonte e Cracovia...

Un inferno consumatosi in una delle capanne che ospitano il presepe vivente di Pimonte, in provincia di Napoli, visitato ogni anno da migliaia di turisti, che non vengono smontate e rimangono vuote in attesa del Natale successivo. Ed è agghiacciante il contrasto tra il contesto e l’orrore vissuto dalla quindicenne obbligata dal “fidanzatino” (ma anche questo diminutivo, legato solo all’età del ragazzo, fa venire i brividi) boss ad avere rapporti sessuali con lui, filmati, probabilmente a sua insaputa, sullo smartphone, e poi ceduta agli altri membri del branco con la minaccia-ricatto di postare, in caso di rifiuto, il video sui social. La squallida vicenda, iniziata lo scorso aprile e tenuta segreta dalla ragazza fino a pochi giorni fa, obbedisce alle regole del più perfetto codice mafioso: il boss che cede agli altri appartenenti la sua donna, la spartisce come fosse un trofeo, un oggetto usa e getta. Protagonisti il rampollo di un boss della camorra, due figli di pregiudicati e altri ragazzi tra i 14 e il 17 anni; 12 in tutto, di cui uno non imputabile in quanto minore di 14 anni. Perché – Gomorra docet – la camorra ha anche un codice sessuale secondo il quale la donna è sottomessa all’uomo secondo una ferrea logica di possesso, gerarchia, potere.Di questa banda di bulli, l’unico a non avere alle spalle una famiglia malavitosa avrebbe confidato al parroco, don Gennaro Giordano, di avere partecipato alla “bravata” – sì, proprio questo il termine utilizzato dal ragazzo per definire il gesto infame -, per timore di diventare lui stesso vittima del branco.Violenza, brutalità, prevaricazione: il solito branco in cui adolescenti scatenano i propri istinti peggiori aggredendo una vittima impossibilita a difendersi? Il prodotto del degrado di una società anestetizzata ed eternamente adolescente, permeata di indifferenza e sottile cinismo nella quale i genitori non sono più in grado di assumersi la responsabilità e la fatica dell’educazione? No, qui c’è qualcosa di più.Sembra quasi di trovarsi di fronte a persone che lavorano consapevolmente per il male spargendo quotidianamente con il proprio esempio semi di illegalità e prevaricazione nei cuori dei loro figli, magari anche proteggendoli dai rimproveri degli insegnanti in caso di segnalazione di loro mancanze o atti di vandalismo o di bullismo. Non stupirebbe il venire a conoscenza di intimidazioni e/o minacce ai malcapitati docenti in caso di bocciature.Ma questa è solo una faccia della medaglia. L’altra, per fortuna è l’immagine festosa delle centinaia di migliaia di giovani che in questi giorni stanno affollando e colorando con risate, canti e preghiere la terra polacca. Giovani innamorati di Cristo o alla sua ricerca, arrivati da tutto il mondo con occhi liberi e limpidi per vivere un’esperienza forte di fede e di amicizia. Agli italiani, in un intervento in diretta video alla loro festa sulla spianata del Santuario della Divina Misericordia, il Papa ha chiesto di vincere la partita della vita e di fare “ponti umani”, e ha ricordato che anche i bambini possono essere crudeli. Il nostro augurio, per loro, è di innamorarsi di Gesù in modo assoluto e definitivo, di farsi catturare e riempire il cuore, di sussultare di gioia e di gratitudine per Lui. Colpiti dalla misericordia e a loro volta capaci di misericordia.Misericordia che fa rima con compassione, quella che nella loro povertà i bulli di Pimonte non hanno saputo avere perché forse non l’hanno mai conosciuta.Chissà se avranno occasione di vedere queste immagini e di porsi qualche domanda. L’augurio, per loro, è di ritrovare almeno un po’ di umanità e qualcuno che insegni loro che esiste una netta linea di demarcazione tra ciò che è bene e ciò che è male, altrimenti ogni cosa a questo mondo si svuota di senso e la partita della vita è perduta in partenza.

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