CERVIGNANO Morto a 12 anni al Predabissi, l’indagine è ancora aperta

Il piccolo Francesco fu operato per occlusione intestinale

Niente di ufficiale, per ora, dalla Procura della Repubblica di Lodi sul caso di Francesco Rogelio Palomino Conga, il 12enne di Cervignano d’Adda che era morto in ospedale a Vizzolo Predabissi attorno alle 18 del 30 dicembre 2019 dopo un’operazione per la rimozione di un volvolo intestinale, un arrotolamento dell’organo che aveva comportato occlusione e necrosi. I chirurghi avevano asportato quasi 40 centimetri di intestino, con un’operazione d’urgenza fra le 2 e le 4 di notte, ma aveva subito diversi arresti cardiaci, e neppure l’immediato ricovero in rianimazione, una procedura di dialisi e un ulteriore intervento in laparoscopia, per cercare di capire se questo peggioramento del quadro clinico potesse avere ulteriori cause. erano bastati per salvarlo.

Dopo che Francesco aveva festeggiato il suo dodicesimo e ultimo Natale in famiglia, la notte tra il 27 e il 28 dicembre aveva accusato fortissimi dolori addominali ed era stato portato al pronto soccorso, quindi la tac e il ricovero, ma la decisione di operarlo era arrivata solamente nella notte tra il 29 e il 30 dicembre. La Procura della Repubblica di Lodi aveva disposto l’autopsia senza però disporre fin dall’inizio l’iscrizione di personale ospedaliero sul registro degli indagati.

Il primo avviso di garanzia, come anticipato all’epoca da «Il Cittadino» era arrivato alla fine di maggio, ora lo studio legale Giuseppe Badolato di Milano, che assiste i genitori di Francesco in vista di un’eventuale richiesta di risarcimento o costituzione a parte civile, ha avuto a livello informale la conferma che il fascicolo ha ancora degli indagati, che a questo punto potrebbero essere aumentati rispetto a quattro mesi fa.

Nessuna indicazione invece sulle ipotesi di reato, che comunque, per quanto finora trapelato della vicenda, restano nell’ambito delle possibili colpe. No comment anche dai vertici ospedalieri. «Abbiamo deciso di attendere che la Procura concluda il proprio lavoro - spiega Badolato - per prendere quindi visione dell’esito dell’autopsia e valutare in quel momento se sarà necessario incaricare un nostro consulente per le valutazioni del caso. Sappiamo che i magistrati di Lodi stanno lavorando e riteniamo che l’indagine sarà conclusa a breve, spetta a loro chiarire se ci sono state responsabilità e da parte di chi».

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