Cervignano, «così ho salvato la donna nella Muzza»

Il drammatico racconto del soccorritore Areu che ha evitato all’automobilista di annegare

È stato il primo a gettarsi tra le acque della Muzza. E vi è rimasto sino a quando i mezzi di soccorso non hanno messo in sicurezza la 66enne di Zelo finita con la Toyota Rav4 tra le fredde acque di Cervignano, al confine con Mulazzano. Non può di certo dimenticare quel lungo quarto d’ora di mercoledì pomeriggio Cristiano Rozza, tecnico Areu. «Ero di base come auto infermieristica a Paullo – ricorda -. Arrivata la chiamata, siamo intervenuti subito con auto veloce ed ambulanza al seguito. Siamo arrivati come primo mezzo di soccorso». Da lì, Rozza, insieme a un’infermiera, si sono informati su quello che era appena accaduto, con alcuni presenti che hanno indicato l’auto, «già completamente sommersa sotto il ponte». Il tecnico Areu quindi si è avvicinato alla riva e ha visto la donna che faticava dopo il trauma toracico subito al momento dell’impatto e la corrente molto forte che spingeva la Toyota, rivoltatasi e inabissatasi. «Era ancora attaccata all’auto ma completamente priva di forze – spiega Rozza -. Quindi mi sono tolto subito gli stivali e mi sono gettato. Ho lottato un po’ con la stessa corrente perché mi portava via. Quando ho raggiunto la signora ci siamo sorretti al cofano vicendevolmente. Era divelto ed era quindi l’unico modo per rimanere fermi. La Muzza non era così profonda, 3 metri in tutto, ma c’era veramente tanta corrente».

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