Cento in coda per la frutta a un euro

Preso d’assalto a Arcagna lo spaccio dell’Università

Un euro al chilo per mela, pesca, pera e prugna e altri frutti considerati di facile produzione, qualcosa in più per albicocche, ciliege e pesche tabacchiere: questi i prezzi praticati al Frutteto, lo spaccio dell’azienda Francesco Dotti della Facoltà di agraria dell’Università statale di Milano situato in adiacenza alla provinciale Lodi - Zelo ad Arcagna, frazione di Montanaso. Un bancone con bilancia e cassette situato letteralmente a due passi dagli alberi da frutta, e questo - ne è convinto il responsabile del Frutteto, l’agronomo lodigiano Emanuele Quattrini - è il vero motivo del successo. «Noi la frutta la raccogliamo matura, la grande distribuzione invece è costretta a richiedere ai coltivatori prodotti non ancora arrivati a piena maturazione, altrimenti, anche con l'impiego delle celle frigorifere, difficilmente arriverebbe in buone condizioni ai clienti, dovendo attraversare l’Italia o spesso anche le frontiere. E il sapore, in tavola, è molto differente».

In realtà le file che si vedono in questi giorni, non solo di auto parcheggiate all'ingresso ma anche di persone a piedi, affiancate a due a due, all’ingresso del capannone in cui avviene la vendita, sono aumentate rispetto agli anni scorsi. «Effettivamente ai clienti storici, da Lodi, Paullo e Zelo, se ne sono affiancati altri, ad esempio da San Colombano e perfino da Cinisello Balsamo, che non è certo a due passi - prosegue Quattrini -. Probabilmente si è creato un bel passaparola, e chi è stato qui a comperare la frutta solitamente torna. Anche perché non costringiamo nessuno a prendersi una cassetta intera per tenersela poi in frigorifero, il che comunque è una buona soluzione. Il prezzo è sempre quello anche per un chilo alla volta». La media di queste settimane è di 130 clienti al giorno.

Le 60 tonnellate annue di frutta raccolta a Montanaso non nascono certo per sostenere l’Università, anche se comunque un’entrata in più non fa mai male. Sono semplicemente “scarti” dell’attività di ricerca: «Niente ogm o esperimenti strani - assicura Quattrini - . Qui facciamo, scientificamente, quello che il genere umano fa da quando è nata l'agricoltura: si incrociano varietà per generarne delle altre, puntando a esaltare le qualità desiderate. Un grosso lavoro lo stiamo facendo, ad esempio, per far rinascere e conservare varietà antiche che la globalizzazione e la grande distribuzione rischiano di far sparire. Una volta che, per l’attività di ricerca, abbiamo raccolto alcuni frutti, con gli indispensabili semi per andare avanti, tutto il resto avanza. E spiacerebbe davvero gettare via tutta questa frutta, che tra l'altro è coltivata con estrema attenzione. Ecco perché ci siamo attrezzati così bene per la vendita».

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