C’è un giudice nella riffa dei nomi...

La ridda dei nomi suscita sempre entusiasmo, perplessità, stupore o sconcerto. La lingua e le lingue sono vive e quindi mutano, come mutano i costumi, le idee che plasmano la storia dell’umanità, le mode che la corrodono o esaltano ora questo ora quello, spesso con molta o troppa insensatezza.Ecco ora spuntare un piccolo che, per volere materno, dovrebbe chiamarsi Messiah e un giudice ad impedirglielo. Con chi schierarsi? Per quali ragioni? La legge è legge, indubbiamente. Se si accetta Apple, mela… quando si è accettato Rosa per secoli… ecco poi imperare Azzurra o Verde…Primo e Secondo si ritrovano nella storia… Proprio recentemente sono incappata in un Donosor, buon per me che l’autore del libro, un autorevole studioso di ebraismo, ha spiegato come fosse esito dell’accorciamento di Nabucodonosor…Donosor era amico di Donizeti…Il ventaglio potrebbe dilatarsi a dismisura. Chi di noi però si interroga su nomi nostrani e comuni che hanno un significato preciso? Claudio sta per zoppo. Barbara per chi dimostra di non conoscere una lingua. Lo scandinavo Birgitt, da cui il nostro Brigida, indica il bagliore dell’aurora, con i suoi raggi incandescenti. Ed allora come uscire da questi grovigli linguistici e sociali? Il nostro nome lo dobbiamo ai genitori, la loro scelta diventa la nostra per appartenenza e legami profondi con la propria tradizione familiare, ecco allora il perpetuarsi di nomi dal grande afflato ancestrale che riportano in vita antenati amati o celebri. Talvolta sono i padrini o le madrine ad imporsi… Pur sempre meglio dell’ultima puntata di una fiction che porta in casa nomi esotici che corrono sulla cresta dell’ultimo grido della moda oppure deformazioni che, se suscitano ilarità, denotano anche un’ignoranza palese e povero il bimbo cui capita di chiamarsi Maicol. Si legga prestando attenzione al suono… versione fonetica di Michael che sta per il nostro Michele! Il nome però nella cultura ebraico-cristiana conserva sempre un grande significato, dichiara l’appartenenza ad un gruppo familiare ben costituito oppure il nome prescelto per il battesimo. Nome augurale o nome che traccia nella storia una missione particolarmente affidata. Il Creatore che fa un dono a chi entra nel lasso di tempo a lui affidato e gli indica una strada per tornare a sé, bene facendo. In conclusione? Se si riuscisse a far maturare e pensare i genitori, ad evitare le mode televisive, dei rotocalchi e le banalizzazioni, non ci sarebbe bisogno di un giudice che si intrometta nella scelta!

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