C’è bisogno di una distesa di capannoni?

Vi sono alcune idee su cui pare esservi una condivisione generalizzata. Nel Lodigiano, una di queste è il riconoscere che il nostro territorio ha una vocazione prevalentemente agricola e che, conseguentemente occorre ridurre praticamente a zero il consumo di suolo per nuove edificazioni.E’ un’idea contenuta nelle schede di lavoro degli Stati Generali del Lodigiano, tenutisi lo scorso ottobre e ribadita nel Patto per il futuro del Lodigiano, condiviso esplicitamente dai massimi Rappresentanti del territorio.Un’idea che, nel corso del lavoro dei tavoli tematici di quest’anno, è stata ulteriormente approfondita e arricchita di dati, al fine di tradurla in una proposta pratica da inserire nell’annunciato Libro Bianco per il futuro del Lodigiano.La Provincia di Lodi, soprattutto per la sua collocazione strategica sull’asse Milano-Bologna, ha visto in questi ultimi anni un tasso di crescita del consumo di suolo per nuove edificazioni o urbanizzazioni, superiore alla media lombarda (0,21% per il Lodigiano contro 0,14% come media di tutta la Lombardia) ed è anzi il tasso più alto in Lombardia con la sola eccezione della Provincia di Milano. Molto meno è stato aggredito il territorio di Province a vocazione simile alla nostra, come Pavia, Cremona e Mantova.Sono dati ufficiali e incontrovertibili, che destano preoccupazione se si tiene conto che il desiderio della grande maggioranza delle persone è quello di mantenere inalterate, anzi di migliorare, le caratteristiche dell’ambiente e del paesaggio lodigiano.Per questi motivi è sembrata del tutto fuori luogo, la proposta presentata dal Cav. Chiapparoli, di edificare un nuovo insediamento logistico, in Comune di Casalpusterlengo in fraz. Vittadone.Si tratterebbe di circa 300.000 metri quadrati di territorio che, a quanto è sembrato di capire, non sono previsti come edificabili negli strumenti urbanistici: territorio, quindi, che anche nelle previsioni urbanistiche, dovrebbe rimanere agricolo. Sarebbe, in sostanza, un consumo di suolo “in più” rispetto a previsioni che già si vorrebbero limitare.La preoccupazione diventa più forte se, come riportato da Il Cittadino, pare esservi qualche apertura sia da parte del Comune che da parte della Provincia.E’ vero che, verosimilmente, si è nelle fasi iniziali e che l’approccio politico-amministrativo lascia, come prassi, lo spazio al dialogo, spesso contando sul fatto che risposte non entusiastiche da parte della pubblica amministrazione e l’esposizione di molte difficoltà inducano il richiedente a non insistere ( a meno che in questo caso le aree siano già di proprietà di Chiapparoli, eventualità, questa, che renderà indispensabile un chiaro pronunciamento negativo, poiché sarà ben difficile una rinuncia volontaria).Ma, in questo caso e con il dovuto rispetto,vorremmo sollecitare il Comune di Casalpusterlengo e la Provincia a non assentire l’insediamento.La contrarietà, diffusa nell’opinione pubblica, al consumo di suolo naturale, si sostanzia e rafforza in questo caso per la grande superficie implicata; e,in più, si somma alla considerazione negativa sul tipo di insediamento: ancora una logistica, che produce molto traffico pesante, molto inquinamento e pochi posti di lavoro.Abbiamo sufficiente logistica sul territorio lodigiano, per assentirne altra.E se è assolutamente vero che abbiamo bisogno di posti di lavoro (esigenza poco soddisfatta dalla logistica) è altrettanto vero che vi sono grandi aree industriali dismesse che possono essere utilmente reimpiegate a questo scopo, senza consumare nuovo territorio.E’ difficile per i Comuni, particolarmente in questi tempi, rinunciare a possibili nuove entrate, utili ad affrontare progetti certamente validi; però si tratta in questo caso di avere una visione lunga e il coraggio di una scelta (quella di negare l’autorizzazione) che preserva il futuro complessivo.La sollecitazione che avanziamo nasce da una opinione diffusa; certamente non è un’idea che si fonda sulle convenienze immediate dato che non vi sono compensazioni che riparino il danno di un ulteriore consumo di suolo: a queste convinzioni diffuse e di buon senso, che certamente fanno parte del bagaglio culturale degli amministratori del Comune di Casalpusterlengo e della Provincia di Lodi, chiediamo di fare riferimento perché non si neghi una scelta che guarda, con senso di responsabilità, al futuro.

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