Casalpusterlengo celebra “el giasee”: Enrico Mario Toscani compie cento anni

Sabato la grande festa per un personaggio popolarissimo in quanto girava per le case per consegnare il ghiaccio alle famiglie

Quando a Casale ancora non esistevano i frigoriferi, lui c’era: Enrico Mario Toscani, “el giasee”, girava casa per casa per consegnare il ghiaccio a tutte le famiglie. Ma sabato 5 settembre, i cubetti serviranno solo per rinfrescare le bibite con cui festeggiare i suoi 100 anni. Con gioia e riconoscenza. Un secolo infatti è uno di quei traguardi che già fa notizia, ma se durante questi lunghi anni si sono superati una guerra mondiale e una pandemia (ancora in corso), la storia è assolutamente da raccontare. Toscani nasce a Ospedaletto nel 1920 ma a soli 2 anni si trasferisce con la famiglia, papà Giuseppe, mamma Maria e la sorella Andreana, a Casale, dove nasce il fratello, Giovanni. In città dunque Toscani frequenta la scuola d’avviamento, perché ama studiare. Il pomeriggio invece, per aiutare la famiglia, viene mandato a fare il garzone del barbiere. Ma scoppia la guerra. E a soli 20 anni nel maggio 1941 Enrico Mario parte per tornare a fine ottobre con un permesso perché la madre stava morendo. Poi riparte, ma ben presto viene fatto prigioniero e portato in Libia: qui vi resta per 7 lunghi anni. Toscani però sopravvive e quando torna a Casale, con il padre, lo zio e il fratello si rimbocca le maniche nell’attività agricola e di trasporto merci per conto terzi (trasportavano legna, uva, facevano traslochi… ). Ma è con suo fratello Giovanni, più piccolo di 7 anni, che Enrico Mario comincia ad andare in giro per Casale a consegnare il ghiaccio, visto che all’epoca i frigoriferi non c’erano. Ed è così che in città molti lo ricordano, come “el giasee”: giovane, intento a tirare il carretto che perde un po’ d’acqua, ma che conserva comunque tutto il ghiaccio necessario a rifornire le ghiacciare delle famiglie. Nel 1955 poi si sposa con Regina Novati. Dopo qualche anno dalla morte del padre, infine, lascia la campagna e va a lavorare come custode nel macello comunale fino alla pensione. Nel 2002 sua moglie si spegne e solo in seguito Toscani comincia a frequentare il Centro diurno della città rimasto chiuso durante il lockdown. In questi mesi i suoi compagni di avventura gli sono mancati. Attraverso l’emergenza da Covid-19 però ne è comunque uscito. E nei prossimi giorni si appresta a festeggiare il suo compleanno fra i suoi cari: un segno di speranza. Fatti, curiosità, vicende, volti, nomi: quando Toscani poi si mette a raccontare la sua vita è un piacere ascoltarlo. Lo confermano i nipoti Rossella, Giuseppe, Barbara, Francesco, Gianluca e Norma, tutti figli di suo fratello Giovanni, per cui non ci sono dubbi:«Lo zio potrebbe scrivere un libro». Ecco qui, dunque, la prima pagina.

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