Casalino nella lista nera antiterrorismo

C’è anche un tunisino quarantenne residente a Casalpusterlengo, nella frazione Zorlesco, nella “lista nera” della Commissione europea che impone misure restrittive, principalmente di natura economica e per il commercio di armi e materiali “sensibili”, nei confronti di persone e gruppi associati a Osama Bin Laden, alla rete terroristica di Al-Quaeda e ai Talibani. A seguito di accordi internazionali, il 27 maggio del 2002 il Consiglio dell'Unione Europea aveva approvato un regolamento che tra l’altro recepisce un elenco di nominativi raccolti dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite. L'elenco, così vuole l’Unione Europea, è pubblico, affinché chiunque tra le persone iscritte possa proporre ricorso alla Corte di giustizia per chiedere di essere depennato.

Non sono pubbliche, invece, le motivazioni che sono alla base dell’iscrizione in questo elenco. Ma l’interessato che intenda proporre ricorso può chiedere di conoscere le vicende, o i sospetti, che l’abbiano fato finire sulla “lista nera”.

Sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea ci sono, per questo motivo, nome, cognome e numero di passaporto (che risulta scaduto nel 2009) dello zorleschino, che al momento risulta essere l'unico residente nel Lodigiano ad avere questa particolare attenzione nell’ambito delle procedure antiterrorismo. I.B.., queste alcune delle iniziali del suo lungo nome, era stato iscritto per la prima volta nell’elenco nel giugno del 2003, quando abitava in provincia di Bologna. Poi, dato che l'elenco è sottoposto a revisione semestrale, e le autorità nazionali hanno l’obbligo di comunicare alla Commissione europea qualsiasi variazione, nel 2006 è stata pubblicata, sempre sulla gazzetta dell’Unione, una variazione anagrafica, e più tardi l'elenco è stato aggiornato ricordando che nel gennaio del 2003 era stato condannato, in Italia, a 3 anni di reclusione. Non è però riportato per quale reato fosse stato pronunciato il verdetto.

All’inizio del 2011, il tunisino si trasferisce dalla provincia di Bologna a Zorlesco, e questo cambio di residenza viene puntualmente annotato in uno degli ultimi aggiornamenti della “lista”.

Fatte salve esigenze umanitarie (cioè spese necessarie al sostentamento proprio e della famiglia), il regolamento Ce prevede che tutte le disponibilità finanziarie di queste persone vengano congelate. La Commissione vieta altresì di istruirle all'uso delle armi.

Che l'iscrizione dello zorleschino della lista sia frutto della paranoia di qualche “intelligence” o sia basata su effettivi coinvolgimenti in attività terroristiche in passato, non è dato saperlo. E la norma sembra tesa a tagliare i flussi economici e di conoscenze tecniche destinare ai Paesi in cui c’è terrorismo, più che a prevenire attività eversive nei Paesi Ue.

«Ma fatti come questo mi stupiscono - osserva un legale di Casalpusterlengo esperto nell’assistenza a stranieri -, perché se una persona, comunitaria o meno, è ritenuta pericolosa per l’ordine pubblico, ci sono gli strumenti di legge ordinari per l’espulsione. E, pur non avendo idea di chi sia questo tunisino, ritengo interessante un episodio che professionalmente avevo affrontato: quello di un nordafricano che aveva scoperto di essere stato sospettato, per un certo periodo e senza che si arrivasse ad alcuna accusa, di un coinvolgimento nella strage di Bologna: quell'uomo non ha più voluto tornare nel suo Paese, temendo che le autorità locali gli avrebbero fatto fare una brutta fine».

Carlo Catena

© RIPRODUZIONE RISERVATA