CASALE Sciopero bidelli, le primarie restano chiuse: famiglie nel caos

Venerdì coinvolti gli istituti Scotti e Andena, frequentati da 600 alunni

Sciopero Ata, niente bidelli. E a Casale le scuole elementari chiudono. Disagi incalcolabili venerdì mattina per genitori e bambini che si sono trovati, di colpo, senza lezioni sia alla scuola primaria Scotti che alla scuola primaria Andena, frequentate da oltre 600 alunni. Chi doveva andare a lavorare, dunque, è dovuto sostare all’ingresso per capire cosa fare. Ma è andata anche peggio a quei genitori che, lasciati i bambini al pre scuola, sono stati contattati solo 15 minuti dopo per andare a riprendere i figli. Dunque, un “caos” che ha fatto vivere fra le 8 e le 9 un’ora tremenda ai familiari. A partire dai bambini, sempre più “sballottati”.

“Causa sciopero del personale Ata, la scuola rimane chiusa”. E ancora: “I plessi di Scotti e Andena oggi rimarranno chiusi per sciopero dei collaboratori scolastici”: in mancanza di un numero sufficiente di bidelli infatti l’istituto comprensivo di Casale si è trovato a chiudere i due plessi. E tutto a causa dello sciopero indetto giovedì 24 e venerdì 25 settembre dalle organizzazioni sindacali Usb – Unicobas - Cobas Sardegna Cub Scuola Università e Ricerca cui, venerdì, hanno aderito in tanti.

Così in prima linea sono finiti ancora una volta gli insegnanti che hanno affisso i cartelli agli ingressi, accolto famiglie e bambini, avvisato i genitori, raccogliendo anche gli sfoghi di mamme, papà e nonni, già duramente provati da un avvio di anno scolastico difficile a causa del Covid-19 che ha costretto ad una riorganizzazione complessiva di spazi, accessi, servizi, conciliazione famiglia-lavoro. Questo è il contesto in cui alcune organizzazioni sindacali hanno indetto uno sciopero del personale. «Questa mattina (venerdì, ndr) ho accompagnato mio nipote a scuola e ho scoperto solo alle 8.30 che le lezioni non c’erano – racconta una nonna -, è pazzesco, io sono nonna e comunque ho dovuto annullare una visita medica stamattina (ieri, ndr), ma i genitori che vanno a lavorare chissà come avranno fatto; lo sciopero è un diritto sacrosanto – conclude la donna -, ma non si può interrompere un servizio pubblico così in un momento del genere». Da Vittadone, l’organismo di partecipazione alza la voce: «Inaccettabile che chi affida i bambini al servizio di trasporto, si trovi ad andare a prender i figli davanti ai cancelli». Come i genitori hanno trovato la sorpresa davanti a scuola, infatti, così è accaduto per chi eroga il pre scuola e per chi guida quei pulmini.n

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