CASALE Oltre 400 persone si rivolgono
all’emporio solidale per la spesa
Esattamente tre anni fa, il 18 maggio 2019, veniva inaugurato l’emporio solidale di Casale: un grande polo della solidarietà che oggi aiuta 145 famiglie, per un totale di oltre 400 persone, e in cui operano 25 volontari, fra cui c’è anche Maria, 91 anni, un grande cuore e una straordinaria forza. «L’Emporio sostiene quelle famiglie che, con la tessera che gli è stata riconosciuta, vengono a fare spesa nei giorni di apertura, 18 persone al giorno di solito, ma nel 2022 ne abbiamo contate anche 21 - spiegano Gigi e Giorgio, due volontari -; ci sono poi richieste che vanno a sostenere necessità contingenti come nel caso dell’emergenza Ucraina».
Fra i volontari c’è chi si occupa degli aspetti burocratici e chi di andare a ritirare la merce e smistarla, per poi preparala sugli scaffali. Un lungo lavoro, testimoniato dagli stessi dati: soltanto nel 2021 sono giunti all’emporio oltre 33mila chili di “freschi” (formaggi, salumi…) ed oltre 80mila chili di “frutta e verdura”. Cifre cui bisogna aggiungere tutta la parte relativa al “secco”, alimentare e non. Il Centro di raccolta del cibo “monsignor Giovanni Nervo” è un servizio di distribuzione di generi di prima necessità che è stato allestito presso lo stabile comunale di via Scotti con il sostegno della rete del Crs (Centro raccolta solidale per il diritto al cibo di Lodi) e ha avviato la propria attività sotto la gestione dei volontari delle Caritas parrocchiali (San Bartolomeo e Cappuccini). Per quanto riguarda l’approvvigionamento, un ruolo importante lo hanno anche i supermercati che forniscono i cosiddetti “freschi” (Lidl Casale e Codogno; Conad San Rocco, Aldi Casale, Bennet di Codogno).
Le persone che possono usufruire di questo servizio sono residenti di Casale, Zorlesco e Vittadone, in possesso della tessera a punti assegnata dalla Commissione Caritas che vaglia (confrontandosi anche con i servizi sociali del Comune) i casi di necessità da prendere in carico (sulla base dell’Isee e di altra documentazione). Ogni bene disposto sugli scaffali infatti corrispondono a un determinato numero di punti che vengono scalati ogni qualvolta si fa la spesa. In questo modo l’Emporio aiuta le famiglie in difficoltà ma incentiva anche la cultura del “non spreco”: cibo che prima veniva buttato perché fresco (e quindi da consumare nell’immediato) o perché vicino alla scadenza, ora viene utilizzato. L’emporio però è prima di tutto uno spazio di comunità, in cui persone anche di sensibilità differenti, collaborano convinti che gli ultimi siano i primi.
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