Casale minaccia di lasciare Sal

Casale è pronta a lasciare Sal, la Società acqua lodigiana, se non ci sarà una revisione dell’aumento dei compensi degli amministratori deciso nel corso dell’ultima, contestata assemblea dei soci. L’annuncio fatto dall’amministrazione comunale non è una semplice provocazione, ma rischia di passare per l’anteprima di una discussione aperta e generale su tutte le società pubbliche o partecipate del Lodigiano. Gli aumenti si riferiscono ai compensi del consigliere Roberto Ferrari che passeranno da 7 a 20 mila euro circa e a quelli del presidente Antonio Redondi, da 20 a 25 mila euro circa. «La scelta di aumentare i compensi degli amministratori ci sembra del tutto inopportuna in un momento in cui famiglie ed enti pubblici sono in difficoltà: noi stessi come comune nel tempo siamo arrivati a un forte contenimento della spesa, prima con una decurtazione delle indennità di sindaco e assessori, poi con la riduzione del numero degli assessori, infine con la riduzione dell’indennità del presidente del consiglio - spiega l’assessore al bilancio del comune di Casale Piero Mussida -. Non è una posizione solo nostra, tanto che altri comuni non hanno partecipato all’assemblea proprio in contrasto con tale decisione. Ora noi auspichiamo che ci sia un ripensamento formale con il ritiro della delibera o anche solo un impegno da parte degli amministratori a rinunciare. Se al rientro dalle ferie, con le mensilità di settembre, non ci fosse questo passo indietro, non potremmo far altro che dare seguito alla nostra non condivisione di tale scelta e dare il via alla procedura per l’uscita da Sal». Dal punto di vista tecnico, l’uscita non sarebbe problematica. «La nostra quota in Sal è piccola, pari allo 0,2 per cento, perché la rete è ancora di proprietà di Cap Holding, di cui deteniamo delle quote - spiegano il sindaco Flavio Parmesani e l’assessore Piero Mussida -. Così, un’eventuale uscita non porrebbe nemmeno il problema del riscatto della rete. Tuttavia, lo scopo di questa iniziativa non è andarsene da Sal, ma ottenere un ripensamento sugli aumenti delle indennità. E non ne facciamo una questione di nomi, ma di ruoli. La legge impone un tetto massimo, non uno minimo. Riteniamo che gli amministratori debbano essere ricompensati e non chiediamo una diminuzione dei compensi, ma non vogliamo aumenti». A margine della conferenza stampa dell’annuncio, però, il sindaco Flavio Parmesani smette i panni dell’amministratore e indossa quelli del segretario provinciale della Lega, e spiega anche il senso politico dell’iniziativa. «L’acqua di Sal costa più di quella di comuni del Pavese o del Milanese, e in due anni abbiamo subito rincari per l’80 per cento delle bollette - dichiara Parmesani -. Forse è tempo che si faccia una riflessione sulle partecipate pubbliche, perché non c’è alcun obbligo di tenere in piedi carrozzoni che non fanno il bene dei cittadini. Parlo di Sal come del Consorzio come di Eal: come centrodestra dobbiamo avere il coraggio di fare una riflessione seria e fare tutti i tentativi per migliorare la gestione di questi enti. Ma se non è possibile, si possono anche fare scelte diverse».

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