Casale, ecco cosa è scomparso dall’ospedale dopo il Covid

Il Comitato: «Che fine farà la specializzazione nella cura dei tumori?»

Nel marzo 2020 lo spostamento di alcuni reparti in piena emergenza Covid-19 e la chiusura di degenza oncologica. Nel settembre 2020, praticamente quasi un anno fa, il rientro di una parte dei servizi trasferiti e l’inserimento della nuova figura dell’anestesista. E oggi, in concomitanza con l’elaborazione della nuova legge regionale sulla sanità e dei piani di riorganizzazione dei presidi lodigiani, qual è la situazione nel presidio ospedaliero di Casale?

Prima che la pandemia costringesse a riorganizzare in pochi minuti la situazione per far fronte alla crisi primaria, quella generata dal coronavirus, all’interno dell’ospedale di via Fleming erano presenti: gli uffici amministrativi, degenza oncologica e day hospital oncologico, hospice e cure palliative, riabilitazione geriatrica e specialistica, gli ambulatori di medicina e le cure intermedie e subacute, medicina sportiva, Uonpia e dialisi, sala conferenze, punto prelievi, laboratorio analisi, radiologia, Cps, farmacia comunale, mensa, camera mortuaria, Areu e all’esterno radioterapia, servizio tecnico all’avanguardia.

Superata la fase acuta della pandemia, attualmente sono presenti gli uffici amministrativi, l’hospice e le cure palliative, medicina sportiva, Uonpia, dialisi, punto prelievi, laboratorio analisi, Cps, radiologia, farmacia comunale, mensa, camera mortuaria, Areu, radioterapia e si sono aggiunti l’ufficio scelta-revoca medico e l’ambulatorio vaccinale fragili.

Altri servizi invece non sono più tornati: è il caso di degenza oncologica e della sala conferenza, ma non hanno più riaperto nemmeno i poliambulatori di gastroenterologia, chirurgia, pneumologia, oculistica, otorino e fisiatra (anche se sarebbe imminente il riavvio del servizio dell’otorino e della chirurgia). Sono stati poi accorpati riabilitazione geriatrica e specialistica.

«Ambulatori come pneumologia è importante che riaprano - spiega il dottor Gian Antonio Ongis, presidente del Comitato civico ospedali Casale Codogno che segue di mese in mese l’evolversi della situazione -, poi è assolutamente normale che delle attrezzature si rompano, ma il fatto che non si intervenga per sostituirle denota incuria, mi riferisco al macchinario rx, un problema partito a febbraio, e ora anche al macchinario rx portatile; inoltre degenza oncologica è scomparsa - conclude -, doveva ricomparire a Codogno ma di fatto non c’è, e il personale va incentivato a stare qui». Il tutto nel rispetto della vocazione oncologica del presidio e per lo sviluppo in ospedale di una medicina di comunità.

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