Caro bollette, a San Giuliano anche il Banco della solidarietà è in difficoltà

«Esselunga pronta a darci la carne per i poveri, ma noi rischiamo di essere costretti a spegnere i frigoriferi»

«Esselunga è pronta a darci circa 40 chili di carne al giorno per i poveri, ma noi rischiamo di essere costretti a spegnere le celle di frigo e freezer in quanto, con i rincari dell’energia che ci sono stati, non riusciamo più a pagare le bollette». Dopo la scelta drastica che si è trovato ad affrontare don Chino Pezzoli - che nell’ultimo mese ha dovuto chiudere due negozi della cooperativa “Alle Cascine” a causa dei costi esorbitanti dell’elettricità - dal territorio si alza un nuovo grido di allarme che arriva questa volta dal Banco della solidarietà.

Proprio nel momento in cui la storica associazione, un esempio unico nel Sudmilano per la portata di utenza, ha raggiunto il picco di 190 beneficiari che tutti i mesi ricevono i pacchi viveri per tirare avanti, le bollette sono passate dalla media di 1500 euro a bimestre, che venivano pagati fino ai mesi scorsi, ad un pesante conto di 2.100 euro a giugno e di ben 4.156 euro ad agosto. Il problema principale riguarda i maxi dispositivi refrigerati per la conservazione dei prodotti deperibili - frutta, verdura, latticini, ma anche ravioli, gnocchi e un grande assortimento di dolci -, che vengono distribuiti tutti i giovedì mattina a circa 120 capifamiglia che si mettono puntualmente in coda nel nuovo punto di riferimento che è stato allestito presso gli spazi collocati nel Parco della Quercia. Si tratta di un sostegno importantissimo per le famiglie in difficoltà tenendo conto che in media vengono consegnati 20 chili di prodotti a ciascun cittadino che si presenta davanti ai volontari. Peraltro, grazie alla collaborazione con i supermercati della zona, le forniture contano una gran quantità di derrate e a breve per la prima volta potrebbe aggiungersi anche la carne.

La presidente del sodalizio Monica Ventimiglia fa notare: «L’ultima bolletta l’abbiamo pagata, ma se non ci arrivassero degli aiuti non ce la faremo ad andare avanti dal momento che abbiamo usato gli ultimi soldi in cassa tenendo conto che le nostre uniche entrate sono quelle del 5 per mille e di qualche donazione. È davvero un peccato - conclude - perché abbiamo cibo in abbondanza da mettere a disposizione dei poveri».

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