Capannoni abbattuti, a rischio i posti di lavoro

I sindacati: «Gli enti e la proprietà trovino una soluzione per il futuro»

Ieri è cominciata la demolizione dei capannoni della Lodigiana Maceri di Marudo. Dopo l’incendio scoppiato sabato pomeriggio, probabilmente di origine dolosa, nel quale sono bruciate 5500 tonnellate di carta e plastica, le strutture erano pericolanti e rischiavano di crollare da un momento all’altro, così è stato chiesto l’intervento di una ditta specializzata. Prima sono stati smantellati i materiali pericolosi, come l’amianto rimasto sui tetti; poi tutto quello che si trovava all’interno è stato portato fuori, dalle scaffalature metalliche ai macchinari fino al materiale carbonizzato che ancora stava bruciando e nascondeva piccoli focolai.

Tutto è stato portato nel piazzale per lo smaltimento. I rifiuti infatti andavano divisi fra loro e portati via, in luoghi adatti allo smaltimenti a seconda del prodotto (plastica, carta o amianto). Poi si è dato il via alla demolizione della struttura. Al momento non è ancora chiaro se sarà possibile salvare almeno una parte delle costruzioni esistenti o se tutto dovrà essere abbattuto. Questa sorte, è certo, spetterà agli edifici posti di fronte alle villette, cinque o sei in tutto, ormai irrecuperabili, mentre per quelli che si trovavano dalla parte opposta verrà fatta una perizia una volta tolte le coperture. L’impressione, comunque, è che ben poco della cartiera potrà essere salvato, visto che le temperature durante il rogo hanno raggiunto e superato i mille gradi. Le operazioni dureranno dai quattro ai sei giorni, secondo le previsioni, poi sull’area si dovrà ricominciare da zero. Spetterà alla proprietà, a quel punto, valutare cosa fare, se ripartire cioè con l’attività o chiudere definitivamente i battenti. Da questa decisione dipenderà anche la sorte dei circa 30-40 dipendenti della cartiera, che ad oggi non sanno ancora cosa sarà del loro futuro. «Spero che si faccia qualcosa per non lasciare queste persone senza stipendio da un giorno con l’altro - dice Benedetto Matteucci, segretario provinciale della Cgil per il settore della cartiera -. Gli enti locali coinvolti, per esempio, potrebbero sollecitare la proprietà a sedersi intorno a un tavolo per confrontarsi e trovare una soluzione».

Intanto ieri sera l’Arpa ha diramato l’esito delle analisi svolte in questi giorni sui campioni di aria prelevati a Marudo e nei comuni limitrofi, come Sant’Angelo. In particolare la diossina è stata rilevata in quantità e concentrazioni «normalmente ritrovate in condizioni di incendio e che non hanno alcun rilievo di tipo sanitario». Solo all’angolo di via Manzoni con via Luna si sono registrati valori superiori, «ma in ogni caso senza significativi effetti per la salute». I campionamenti proseguiranno anche nelle prossime ore e i risultati, assicurano i dirigenti locali dell’Arpa, verranno comunicati ai cittadini.

Davide Cagnola

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