Borgo, salvi i cavalli all’asta

Tutto è bene quel che finisce bene. I sette cavalli pignorati e poi finiti ieri mattina all’asta sono riusciti ad evitare speculatori e macellai e sono stati salvati da una vera e propria “cordata di solidarietà” lodigiana. I volontari dal cuore d’oro che tutti i giorni entravano nel recinto di Ca’ de Geri a Borgo, una cascina sprofondata nel verde, sono riusciti a conquistare un lieto fine. A dimostrarlo con i fatti sono proprio loro, i quadrupedi che ieri sbuffavano al sole di fronte a un “piatto” di fieno, con il loro pelo lucente e l’aria di chi ha messo su qualche chilo.

Alle spalle della squadra di volontari, che nei mesi scorsi si è messa all’opera per raccogliere dei fondi, c’è un misterioso benefattore: un bergamasco che ha acquistato gli animali ma che preferisce mantenere l’anonimato. Adesso resteranno qui, in uno spazio tutto dedicato a loro: il gruppo che li ha accuditi fino ad oggi non ha nessuna intenzione di abbandonarli.

«Sono felice per l’esito dell’asta e per la sensibilità che questa vicenda ha suscitato - commenta Emanuele Arensi, garante provinciale per i diritti degli animali che ieri mattina era in tribunale insieme ad alcuni volontari, agli esponenti della Lav e all’avvocato Laila Pensa che ha seguito con passione tutto l’iter giudiziario -. Abbiamo evitato che gli speculatori si facessero vivi, senza contare che la conclusione ripaga tutti coloro che hanno dedicato tempo e cuore per i cavalli. In questi otto mesi, l’Istituto vendite giudiziarie di Pavia avrebbe dovuto occuparsi del sostentamento degli animali, ma così non è stato. Se n’è occupato semmai il signor Giancarlo Rizzi, a cui spetterebbe un giusto riconoscimento economico». Gli angeli custodi dei quadrupedi ormai sono preparatissimi: «Mangiano 5 chili di fieno al giorno più il mangime, inoltre mangiano 5 volte al giorno». Ecco perché occuparsi di loro è stato faticoso.

In questa lunga storia, però, sono tantissime le persone da ringraziare, lo sostengono i volontari: il sindaco di Borgo, per esempio, che come “privato cittadino” darà un contributo al sostentamento, gli agenti della questura che hanno risposto all’appello, tutti coloro che hanno accudito gli eleganti esemplari.

«Sono soddisfatto per il risultato ottenuto dai nostri volontari - spiega il coordinatore di Lav in Lombardia Simone Pavesi - è stata fatta una colletta, e all’asta si è presentata anche un’associazione che si occupa di ippoterapia. Dopo un paio di rilanci però, a 750 euro, i nostri se li sono aggiudicati. Per noi l’importante era di non far finire questi cavalli al macello: visto il prezzo, una base di 600 euro per 6 adulti e un puledrino, temevamo la partecipazione di commercianti». L’associazione, nonostante l’appello dei giorni scorsi condiviso anche da un sodalizio toscano, non è riuscita a convincere la procura della Repubblica a disporre il sequestro penale che avrebbe di fatto bloccato la celebrazione dell’asta, avvenuta ieri mattina. «Ma ora ci aspettiamo che l’inchiesta vada avanti: a nostro parere ci sono stati dei maltrattamenti a danno di questi animali, che un mese fa avevamo trovato denutriti, e vorremmo inoltre che si chiarisse se davvero al momento del pignoramento erano 13, quando al nostro intervento si erano ridotti a sei, cui si è aggiunto nei giorni scorsi il nuovo nato. Se ci sono stati dei responsabili, vanno giudicati». Per ora i cavalli rimarranno a Borgo: «I nostri volontari stanno anche migliorando la struttura, che è bella, anche se dimostra di aver subito incuria. Speriamo di poterli tenere qui. Come associazione - conclude Pavesi - siamo contrari a impieghi come l’equitazione o l’ippoterapia: i cavalli stanno meglio senza zoccoli o persone in groppa, devono vivere secondo natura».

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