Borgo, in procura gli atti della logistica: irregolarità nella procedura

Iniziativa della Provincia, diversi gli aspetti contestati

«Un quadro di irregolarità e incongruenze diffuse», rispetto alla procedura per le autorizzazioni alla nuova logistica di Borgo San Giovanni, raddoppio del polo esistente: la Provincia di Lodi trasmette le carte alla Procura di Lodi «per opportuna preliminare informazione sui fatti e per le eventuali autonome valutazioni nel merito».

Il Comune di Borgo ha dato il via a fine luglio alla procedura regionale di verifica di assoggettabilità alla Valutazione Ambientale Strategica per la variante al piano di governo del territorio con cui intende “spostare” gli ambiti produttivi già previsti nello strumento urbanistico in altra area, oggi a destinazione agricola, di fianco alla logistica già realizzata un anno fa e utilizzata da Dhl. Il progetto punta al raddoppio dei capannoni. Nell’ambito della procedura la Provincia di Lodi ha espresso le proprie osservazioni con 20 pagine di annotazioni, inviandole anche alla Procura di Lodi «vista l’articolazione e la complessità dei procedimenti» ma soprattutto per «la presenza di un quadro di irregolarità e incongruenze diffuse».

Tanti gli aspetti contestati, in parte emersi dopo il sopralluogo di luglio di polizia locale e ufficio tecnico della Provincia di Lodi. San Cristoforo contesta prima di tutto la natura stessa del procedimento, ritenendo insufficiente a norma di legge la variante di Suap e indicando il procedimento di Vas (e non la verifica di assoggettabilità) come procedura da attuare, con un protocollo d’intesa e l’attivazione della concertazione d’ambito, relativa anche al primo lotto logistico già creato, passaggi finora evitati da Borgo. Inoltre, ci sono perplessità sull’individuazioni dei tecnici (in particolare il responsabile individuato nel vicesindaco Nicola Buonsante). Infine, vi sono questioni più propriamente tecniche, dalle altezze dei capannoni, alle modifiche delle linee elettriche non autorizzate all’utilizzo di suolo agricolo (quello su cui si vogliono realizzare i nuovi capannoni) come area temporanea di cantiere, senza valide motivazioni apparenti.

Dal punto di vista tecnico, la Provincia anticipa che il progetto, come presentato, non può ottenere un parere di assenso, e in ogni caso un parere tecnico potrà essere espresso solo dopo il via alla concertazione d’ambito.

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