Cronaca
Venerdì 02 Dicembre 2011
Blitz nell’appartamento a “luci rosse”
I carabinieri si fingono clienti e scoprono una squillo cinese
Un carabiniere si è finto cliente e quando la prostituta gli ha aperto la porta, alle sue spalle sono sbucati i colleghi allertati per il blitz. L’operazione è avvenuta giovedì scorso in un monolocale di via Carducci, alle spalle del centro, e ha portato alla denuncia per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione di cinque cittadini cinesi. La ragazza che stava ad aspettare il carabiniere, nella casa di appuntamenti, la 35enne cinese Z.H. irregolare in Italia e domiciliata a Milano, è stata invece portata in questura a Lodi per l’espulsione. Nei suoi confronti non è partita nessuna denuncia. La giovane era l’anello debole della catena che univa cinque suoi connazionali nell’organizzare il mercato del “sesso a pagamento” nell’appartamento: il 22enne L.L. e il 33enne L.Y. residenti il primo a Napoli e l’altro a Castelfranco Veneto, titolari della locazione dell’immobile, le 41enni X.C. residente a Reggio Emilia e X.L. senza fissa dimora, impegnate a far pubblicare gli annunci su un giornale di Piacenza, infine il 47enne Z.M. residente a Padova che curava l’attivazione delle utenze telefoniche sulle quali la prostituta riceveva le chiamate dei clienti.
Una macchina perfetta, che a quanto pare fruttava anche parecchio. Le “visite” nell’abitazione a luci rosse di via Carducci erano infatti piuttosto frequenti, sia durante il giorno che la notte, come testimoniano i preservativi trovati nel cestino dei rifiuti e le confezioni nuove pronte per l’uso. Tutto materiale posto sotto sequestro, insieme a creme e gel e allo stesso appartamento. Del denaro che la 35enne cinese guadagnava vendendo il proprio corpo le restava però la fetta più piccola: «Ci ha spiegato che se prendeva ad esempio cinquanta euro, trenta andavano ai capi e 20 restavano a lei», ha detto ieri il militare donna che ha avuto un ruolo centrale nell’intervento, riuscendo a raccogliere la testimonianza della ragazza. Come i carabinieri sono arrivati alla prostituta, invece, è il risultato delle indagini partite dall’inserzione - corredata di indicazione geografica del comune di Codogno e di numero di cellulare cui rivolgersi - che le due cinesi X.C. e X.L. si erano premurate di far uscire su un periodico edito a Piacenza: il giornale chiede al richiedente copia del documento di identità, niente di più facile per rintracciarlo. Oltre a quello i militari hanno acquisito il contratto di locazione dell’immobile di via Carducci, quindi è stato il “database” del comando a fare il resto. Inseriti i dati dei cinque è emerso che avevano tutti precedenti di polizia per reati analoghi e si è chiuso il cerchio. L’operazione ha fatto inoltre emergere un sito Internet con tanto di fotografia di una signorina discinta, diversa tra l’altro da quella che in verità si prostituiva, e uguale invito a Codogno. L’irruzione nell’appartamento non ha fatto altro che constatare l’attività di prostituzione e mettervi la parola fine.
Laura Gozzini
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