Banchi mobili, per Casalpusterlengo una maxi fornitura

Intanto il Comune presenta i servizi per studenti e famiglie: «Abbiamo definito il quadro anche con linee guida poco chiare»

Anche a Casale i banchi “del Ministero”, compresi quelli a rotelle: i nuovi arredi sono stati consegnati ieri mattina ai plessi Scotti, Andena e Griffini, una partita gestita dall’istituto comprensivo. Sempre ieri però è stato il Comune a confermare la ripartenza di mensa, scuolabus, pre e post scuola, assicurando che i maggiori costi legati alla loro riorganizzazione saranno assorbiti dal Comune attraverso i soldi risparmiati durante il lockdown e mediante fondi statali. Quindi per le famiglie, tariffe invariate.

«La scuola è il futuro – ha spiegato l’assessore all’istruzione Mariano Peviani -, anche per questo abbiamo lavorato senza sosta, in sinergia con la dirigente scolastica e il suo staff, affinché ripartissero tutti i servizi, e lo abbiamo fatto nonostante le linee guida non fossero chiare: in particolare, desidero ringraziare i dipendenti comunali». Il trasporto scolastico ripartirà subito (7 e 14), adeguandosi agli orari scaglionati di accesso. Anche il servizio di pre scuola sarà subito riavviato, a differenza del post scuola. La mensa riprenderà il 28 settembre e prevedrà per le medie il lunch box, dunque i ragazzi mangeranno in aula, mentre infanzia e primaria si recheranno in mensa a turni, ma con l’aggiunta di servizio in aula. In ogni caso, ad ogni studente sarà fornita la dotazione mono uso per il pasto. Materiale e pulizie saranno garantiti dal personale della ditta. Il Comune ha inoltre aumentato le ore di assistenza educativa scolastica (due ore in più per ogni studente che ne necessita) e ha elargito un maggiore contributo all’istituto di circa 12 mila euro (che consente di garantire i pomeriggi alla materna pubblica).

«Quando si collabora fra più realtà si ottengono sempre ottimi risultati», ha sottolineato il sindaco Elia Delmiglio. «Tutti i maggiori costi – ha concluso il vicesindaco Piero Mussida – saranno coperti dai fondi statali e dai soldi risparmiati sugli stessi servizi durante il lockdown, ecco perché non li abbiamo utilizzati, per bilanciare i maggiori costi previsti e non gravare sulle famiglie: questo lo dico perché c’era chi polemizzava sul mancato utilizzo dei soldi risparmiati, invece la nostra era una scelta ben ragionata». A tutto questo si sommano 130 mila euro di lavori pubblici per adeguare gli edifici.

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