Azienda grafica di Sant’Angelo realizza i tifosi “virtuali”

La barasina Galeatica ha elaborato un progetto per riempire gli stadi in tempo di pandemia

Per il calcio ai tempi del Covid-19, le Serie maggiori - sfruttando le riprese televisive - hanno optato per il pubblico “digitale”. Ergo coreografie virtuali - che simulano, ad esempio, le bandierine mosse dal pubblico - per restituire a chi guarda la partita di calcio dal piccolo schermo la sensazione di uno stadio pieno. Perché non pensare anche alle serie minori? Sostituendo alle riproduzioni digitali per la tv - simili a quelle viste nella finale di Coppa Italia Napoli-Juventus - sagome con i volti dei tifosi da posizionare sulle tribune dei campi italiani e lodigiani? Per dare la possibilità ai tifosi di essere comunque, e in un modo nuovo, allo stadio, grazie a una foto che sarà riprodotta sulle sagome da piazzare in tribuna. E alle società le possibilità di avere stadi pieni e una modalità per organizzare il distanziamento sociale quando si tornerà a giocare.

Si chiama “FotoStadio” il progetto ideato dalla società santangiolina Galeatica per il calcio ai tempi del Covid. «Il lavoro nasce dal fatto che siamo stati interpellati, tramite le associazioni di categoria, per elaborare una proposta che rispondesse all’esigenza di restituire la sensazione almeno visiva di uno stadio pieno in tempi in cui sono vietati gli assembramenti e ci sono nuove norme e protocolli da seguire - spiega Francesco Buttà di Galeatica - e abbiamo elaborato questa iniziativa che doveva rispondere alle necessità di una tribuna da 25mila posti. Poi il progetto non è andato in porto con le Serie maggiori, che hanno scelto di puntare sul digitale, ma potrebbe essere un’ottima soluzione per le Serie minori, che non hanno riprese televisive e che potrebbero comunque essere chiamate, una volta riprese le competizioni, a garantire il distanziamento sociale». Il prototipo elaborato - peraltro con volti di diversi santangiolini - prevede infatti l’alternanza tra sagome realizzate con foto scontornate e in scala naturale di chi aderisce l’iniziativa e posti dedicati agli spettatori in presenza, che si troverebbero così a fianco a spettatori di carta. La proposta è articolata su più possibilità: il tifoso potrebbe sottoscrivere - pagando una quota - l’adesione standard (primo piano semplice, magari in atteggiamenti da tifoso, per esempio con una palla in mano o con la sciarpa della squadra del cuore), quella speciale (di dimensioni maggiori, magari tenendo una maxi bandiera dietro le spalle con entrambe le mani) o quella di gruppo, fino a un massimo di sei persone per la stessa sagoma. Che potrebbe essere scelta da famiglie ad esempio o gruppi organizzati di tifosi, che darebbero quindi anche una vitalità cromatica alle tribune. «Il sistema per la squadre non avrebbe costi perché sarebbero gli stessi tifosi, per affetto alla realtà, a sottoscrivere un pagamento per avere la propria sagoma allo stadio - spiega Buttà - : le società dovrebbero solo mettere a disposizione un referente che si occuperebbe poi fisicamente a posizionarle in tribuna».

Per far vivere a calciatori e addetti ai lavori una partita il più possibile simile a quelle pre-Covid, in cui l’assembramento per vedere la squadra del cuore non era un problema, ma una festa.

© RIPRODUZIONE RISERVATA