Avis, un 2012 da record

Nuovo consiglio direttivo provinciale per l’Avis di Lodi, al termine della 21esima assemblea tenutasi sabato mattina presso la sala delle conferenze della Croce Casalese a Casale. I 77 delegati e i presidenti delle 14 Avis comunali del Lodigiano hanno eletto i nuovi componenti del consiglio direttivo provinciale, che resterà in carica fino al 2016: Mario Antoniazzi, Silvio Bosoni, Lara Butti, Egidio Clerici, Mauro Cremascoli, Alessandro e Pierluigi Ferrari, Monica Fiorentini, Ormella Grecchi, Marco Invernizzi, Albino Lacchini, Mario Limana, Angelo Lodetti, Lorenzo Maio, Paolo Oldini, Emilio Oltolini Scalmani, Gian Antonio Ongis, Amelia Peli, Italo Piazza, Marialuisa Sesini, Stefano Tenca, Chiara Zanardi e Angelo Zazzi. Eletti anche il collegio dei revisori dei conti, composto da Giovanni Piacentini, Piero Tonani e Piero Gorla e i candidati al consiglio regionale Casimiro Carniti (candidato anche al consiglio nazionale) e Monica Fiorentini. Il nuovo direttivo si riunirà venerdì a Lodi per l’elezione del nuovo presidente e l’assegnazione delle cariche sociali. L’assemblea provinciale, aperta dai saluti del presidente della Provincia Pietro Foroni, ha visto la presentazione della relazione del direttore sanitario Gian Antonio Ongis. Il presidente uscente Casimiro Carniti ha presentato la rendicontazione morale e finanziaria del quadriennio di mandato associativo. I dati essenziali del 2012, riferiti alla provincia di Lodi, indicano un aumento delle donazioni di sangue e plasma dello 0,59 per cento (da 17.194 a 17.295 unità) ed un aumento del numero dei donatori attivi del 3,21 per cento( da 7.238 a 7.470). Nei quattro anni del precedente mandato i donatori sono passati da 6.787 del 2009 a 7.470 del 2012 (+ 683) mentre le donazioni sono diventate 17.295 nel 2012 rispetto alle 16.726 del 2009 (+ 569). Sono stati infine presentati i numerosi progetti di promozione al dono e quelli relativi all’attenzione alla salute dei donatori e della cittadinanza, oltre che ad iniziative congiunte importanti quali la programmazione delle donazioni e le normative relative al controllo dell’idoneità del donatore e delle unità di sangue raccolte. Un importante progetto è quello di aumentare il numero di donatori immigrati, affinché le strutture trasfusionali nazionali abbiano a disposizione sacche di sangue con le dovute caratteristiche per curare pazienti di etnie africane, sudamericane o asiatiche.

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