Assembramenti e lunghe attese: alta tensione allo sportello Cup

All’ospedale Delmati di Sant’Angelo persone ammassate all’ingresso aspettando il proprio turno

Biglietto alla mano, tutti cercano di avvicinarsi il più possibile alle porte a vetri. Per sbirciare oltre e capire se è arrivato il loro turno o meno allungando l’occhio, per quanto possibile, fino allo schermo che indica i numeri chiamati allo sportello. E il risultato è che sempre più persone si “addensano” l’una vicina all’altra, in barba al distanziamento necessario e giudicato ancora oggi inderogabile, in un momento in cui i numeri dei contagi hanno fatto risalire timori e allarme e fatto valutare alle autorità l’inasprimento delle misure di prevenzione. E se c’è chi si adegua in silenzio, c’è anche chi non ci sta e perde la pazienza per la preoccupazione e l’ansia da contagio e sbotta in fila, chiedendo agli operatori di intervenire per mettere in sicurezza l’attesa. Tensione e nuovi disagi all’ospedale Delmati, per l’accesso alle prestazioni del Cup, al piano interrato dell’edificio. Diverse le persone che, ieri mattina intorno alle 11, erano in coda davanti all’ingresso del Cup in attesa del proprio turno all’esterno della struttura, tutti vicini alle porte per cercare di vedere il display interno alla sala per capire quando poter raggiungere lo sportello e, al contempo, tentando di mantenere le distanze dagli altri utenti, a volte inutilmente.

«Non si può gestire un servizio in questo modo - ha tuonato un anziano signore - : serve il distanziamento, lo dicono ovunque, e poi ci obbligano ad addossarci all’ingresso per vedere il display? Tutto questo non ha senso. Ci deve essere del personale all’ingresso che faccia da filtro: che provi la temperatura, che indirizzi tutte queste persone, che dica loro cosa fare e dove mettersi, che faccia seguire percorsi in sicurezza. Non è possibile gestire, in un momento simile, il servizio in questo modo».

Alle 11 erano tre gli sportelli attivi, mentre alcuni degli utenti occupavano i posti a sedere all’interno della sala, qualcuno stava in piedi accanto alla macchina per l’erogazione dei biglietti e la maggior parte delle persone aspettava fuori, cercando però di buttare l’occhio all’interno e sul display, in assenza di qualsiasi altro strumento per sapere il numero chiamato allo sportello. Una preoccupazione, quella sull’assenza di distanziamento, condivisa da molti utenti in attesa, mentre l’uomo si è rivolto direttamente alle operatrici per protestare ricavando l’indicazione di rivolgersi alla direzione sanitaria. E proprio sulle modalità di accesso, questa volta al servizio tamponi-scuola al punto prelievi, è arrivata in redazione anche la protesta di una mamma che per l’affollamento del corridoio della zona dedicata ai tamponi, al piano terra del nosocomio, ha chiamato la polizia locale.

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