Artigiani: «Siamo sull’orlo del baratro»

«Se le banche non ci aiutano e non riprendono a sostenere il credito, l’economia del lodigiano è avviata a grandi passi verso il default». Il quadro che dipinge il responsabile territoriale di ArtFidi, l’agenzia che finanzia le imprese artigiane a tasso agevolato, Mario Bellocchio, che ha presentato i dati nella sede dell’Unione Artigiani al fianco del segretario Mauro Sangalli, non è per nulla incoraggiante.

«Basta guardare i dati: la cifra erogata l’anno scorso è praticamente identica a quella di quest’anno: poco più di 28 milioni di euro in entrambi i casi. Ma ad essere diminuite sono le aziende che hanno richiesta. Perché nel frattempo ci sono state molte chiusure. Non solo, ma il fatto che a fronte di minori richieste sia rimasto invariato l’ammontare dei fondi erogati significa che sono aumentate le cifre richieste». Anche la destinazione dei fondi, secondo il responsabile di ArtFidi,è indice della cattiva salute delle imprese del lodigiano: «Un tempo ci venivano chiesti soldi da investire, ora coprono la mancanza di liquidità. Alle imprese servono soldi non per creare nuovo lavoro e nuove tecnologie, ma per l’ordinaria amministrazione. Ne sia dimostrazione il fatto che quando Camera di commercio e Provincia insieme hanno istuituito, lo scorso aprile, un fondo per le aziende per abbattere gli interessi sui prestiti, non ci son state quasi richieste. Quando poi, da novembre, il fondo è stato aperto alle richieste di liquidità, le domande sono arrivate copiose».

Le ragioni della difficoltà delle imprese, sono evidenti e le spiega, insieme a Bellocchio, anche Sangalli: «Il 2011 era iniziato con timidi segni di ripresa, almeno fino a giugno. Poi è crollato tutto di nuovo, e ora, per il 2012, le previsioni sono di recessione. In questi anni abbiamo avuto aiuto, in particolare, dalla Provincia e dalla Camera di commercio. Ma sono soprattutto le banche, in particolare quelle territoriali, la Popolare e le Bcc, a dover essere il nostro interlocutore privilegiato».

Un altro punto dolente riguarda i pagamenti, «spesso effettuati con mesi di ritardo da committenti sia pubblici che privati. Siamo arrivati al paradosso per cui le piccole imprese fornitrici sono diventate la banca per le grande impresa che non paga o paga in ritardo». Un fatto grave, anche in considerazione del fatto che, da gennaio, il periodo di tolleranza degli sforamenti bancari passerà da 180 a 90 giorni, periodo dopo il quale si sarà segnalati alla Banca d’Italia «e si diverrà - dice il direttore di ArtFidi - degli appestati per il sistema creditizio».

© RIPRODUZIONE RISERVATA