Arredo urbano, non abbiamo speso nulla

Egregi signori Moro, mi spiace che l’intervento di riqualificazione dell’arredo urbano realizzato nei giorni scorsi in corso Vittorio Emanuele II ed in corso Umberto I vi abbia suscitato “amarezza” e “rabbia” (cito vostre espressioni) e spero che le informazioni che mi accingo a fornivi, a chiarimento dei temi sollevati negli interventi pubblicati il 21 ed il 22 giugno, possano contribuire a mitigare il vostro disappunto (e pazienza se ciò non avvenisse, dato che la signora Moro dice apertamente di non volere risposte, pensando evidentemente che le sue opinioni ed i suoi gusti siano insindacabili e prevalenti su quelli di chiunque altro).1) L’opportunità dell’iniziativa. È bene sottolineare (come peraltro è stato puntualmente riportato dal Cittadino sull’edizione di sabato 11 giugno) che il Comune di Lodi non ha speso un centesimo per questo intervento. Le risorse necessarie (pari a circa 40.000 euro) sono state infatti stanziate dalla Regione Lombardia, nell’ambito del progetto del Distretto del Commercio, promosso dal Comune insieme alla Camera di Commercio ed all’Unione Commercianti, che sono stati bravi a presentare una proposta credibile, premiata con un significativo contributo (alcune centinaia di migliaia di euro, utilizzate per una serie di iniziative pubbliche e private, da lavori di ristrutturazione di negozi a riqualificazione stradali, tra cui quella di corso Archinti) . In particolare, i 40.000 euro in questione erano destinati in origine allo sviluppo della “carta fedeltà”, iniziativa avviata alcuni anni fa ma che aveva dato risultati non soddisfacenti, ragion per cui il Comitato di Indirizzo del Distretto del Commercio ha deciso di riutilizzarli per il rinnovo dell’arredo urbano del centro storico. Ribadisco: non solo il Comune non ci ha messo un centesimo, ma quei soldi potevano essere utilizzati esclusivamente a questo scopo, dato che si tratta di un contributo vincolato. Non sono, quindi, risorse sottratte ad altri interventi, e nulla è stato “sperperato”.2) La manutenzione. Le malefatte dei “soliti imbecilli” (espressione dell’ingegner Moro, che condivido) non possono certo essere addebitate al Comune. Magari, potrebbe essere premura generale cercare di prevenire il fenomeno, a partire da una educazione alla responsabilità individuale, al senso civico ed al rispetto del bene pubblico. Il Comune può e deve invece garantire un costante impegno nella cura e pulizia, responsabilità che l’amministrazione si assume in pieno, come peraltro dimostrato nel caso dei rinnovati Giardini del Passeggio, che molti giudicavano belli ma difficili da mantenere tali. Tra l’altro, proprio i materiali scelti per i nuovi arredi del centro favoriranno questo impegno, perché sono lisci (quindi refrattari ad assorbire colore, a differenza della pietra porosa) e facilmente lavabili; inoltre, in merito all’ipotesi di urti dei veicoli, il materiale utilizzato è senz’altro preferibile alle pesanti e spigolose fioriere pre esistenti, che costituivano un concreto pericolo non solo per i mezzi a motore, ma anche per l’incolumità di ciclisti e pedoni.3) I controlli. La premessa è identica a quella del punto precedente. Ciò detto, siamo tutti consapevoli che videosorveglianza ed intensificazione dei controlli da parte della polizia locale sono misure che aiutano ad affrontare il problema ma non potranno mai risolverlo del tutto, dato che è impossibile (non a Lodi, ovunque) organizzare servizi di presidio e vigilanza delle strutture e degli spazi pubblici che coprano l’intera città nell’arco delle 24 ore. E allora, cosa facciamo? Lasciamo tutto com’è, tanto non ne vale la pena? Tutt’altro: continuiamo a impegnarci, provando a migliorare l’aspetto della città e confidando che la correttezza dei più prevalga sulla maleducazione di alcuni, iniziando anche dai piccoli comportamenti, perché per esempio è disdicevole che nonostante in centro storico siano stati piazzati da anni numerosi cestini per rifiuti dotati di posacenere ci siano ancora molti fumatori che insistono a gettare i mozziconi a terra. Se poi si evitassero inaccettabili provocazioni come quelle di chi giunge a vedere nei vandali dei pur inconsapevoli “vendicatori” di presunti scempi (secondo la propria personale scala di valori estetici), sarebbe tanto di guadagnato per tutti, visto che non si darebbe a qualcuno dei già ricordati “imbecilli” l’impressione di essere investito di una missione per una giusta causa. Ps: a proposito di vandali, desidero complimentarmi con la signora Giulia Perillo, che nella lettera pubblicata oggi “fotografa” la situazione in modo sintetico ed esemplare, con espressioni che faccio pienamente mie. Ps 2, per l’ingegner Moro: le bici del servizio di bike sharing non sono sparite, semplicemente quelle manomesse (come purtroppo frequentemente capita con le cose di proprietà pubblica messe gratuitamente a disposizione) sono in manutenzione.Cordialmente.

La risposta dell’assessore Uggetti alle critiche per il nuovo arredo urbano di Lodi

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