Andiamo verso l’agonia

della famiglia?

Gli avvenimenti e i fatti che nei giorni scorsi hanno avuto spazio abbondante in tutti i media. Marco Cappato ha accompagnato (lui solo? o anche i familiari del malato?) Fabiano Antoniani in Svizzera per il “suicidio assistito”, detto anche “eutanasia”. Tutti i telegiornali gli hanno dato ampio spazio perché si è autodenunciato: in Italia infatti l’aiuto al suicidio è punito con il carcere. Se dovesse subire la detenzione avremmo una specie di rivoluzione mediatica da parte dei gruppi “radicali”.

Altro fatto. Due uomini, con caratterizzazioni omosessuali, hanno ottenuto dal Tribunale di Trento, il riconoscimento di essere “genitori” di due gemelli avuti in Canada, tramite l’utero in affitto (e una sentenza simile è stata pronunciata dal Tribunale di

Firenze giovedì scorso 9 marzo).

Il primo fatto ha dato una spinta non da poco perché il Parlamento approvi una legge che consenta con il “biotestamento” di fare in Italia ciò che quotidianamente si va a fare in Svizzera…Il secondo fatto ha contraddetto la Legge 40 che, se anche non chiarissima in argomento, non consente l’utero in affitto e la genitorialità a coppie omosessuali.

E se andiamo in altri campi ci accorgiamo – e si dice forte – che l’Italia è uscita dalla crisi economica; perché il P.i.l. (Prodotto Interno Lordo) nel 2016 è cresciuto dell’ 0,9-1%; ed è detto con gioia perché le previsioni erano 0,8%. Però non si è aggiunto con attenzione che l’Italia è in questo settore agli ultimi posti nelle statistiche europee.

Altro problema, e di dimensioni gigantesche, è quello dell’immigrazione! Sono quasi 6 milioni gli stranieri stabilmente in Italia, di cui 800mila, i ragazzi o bambini che frequentano le scuole; 2 milioni e 500mila i lavoratori regolari (e quelli che lavorano in nero?) tantissime le persone non italiane addette a occupazioni di particolare impegno (di dove sono le badanti?)…

I fatti elencati sono soli alcuni che hanno ottenuto evidenza, ma sarebbe necessario andare a fondo e indagare le cause che inducono tali situazioni.

E, a mio giudizio, la causa più profonda riguarda il complesso socio-culturale e mediatico che si va sempre più allontanando dai valori fondamentali necessari per una società che abbia slancio e voglia crescere per proteggere, aiutare e sostenere gli esseri umani, tutti, che sono i suoi componenti.

Una società-comunità senza forti e condivisi valori si affloscia, è destinata a morire. La società-comunità degli italiani sta morendo? Lo dice con estrema e triste crudeltà (e molto spesso l’abbiamo scritto) la mancanza di uscite. Da quando è stata approvata la legge sulla interruzione volontaria della gravidanza i bambini abortiti sono circa 6milioni!

Tanti quanti sono gli stranieri in Italia…Che vanno crescendo di numero e che tra non molto potranno essere padroni di settori economici e, più ancora, di interi quartieri delle città, ove potranno imporre i loro modi di vivere e di pensare, anche in pubblico. E dove sarà difficile la convivenza con gli italiani rimasti.

Gli omicidi e i femminicidi con i suicidi sono sempre più frequenti e largamente esposti al pubblico. Per quale motivo? E con quale stile? Accompagnati da giudizi? Da valutazioni?.

Per la sentenza del Tribunale di Trento, per il caso Marco Cappato, i media hanno spinto l’opinione pubblica verso approvazioni indiscutibili, senza interrogativi etico-morali, senza serie valutazioni sugli effetti che in futuro potrebbero produrre. Effetti sulla decadenza del rispetto della vita umana e, più ancora della famiglia, che chiamiamo tradizionale: fatta con un patto entitativamente solenne, tra un uomo e una donna, con l’impegno di fedeltà e di feconda trasmissione della vita!

Più in generale sembra quasi abbandonato il pensiero anch’esso tradizionale, che la famiglia è il punto primo di ogni teoria e di ogni progetto sociale. Nessun partito, per quanto si sappia, mette come suo primo obbiettivo la promozione e l’aiuto concreto alla famiglia con figli.

Nelle discussioni e nei dibattiti elettorali dov’è la famiglia e, ripeto, la famiglia con figli? Se non si verifica una decisa sterzata nel pensare, nel dire, nel dibattere, nel progettare, ponendo al centro la famiglia con figli il nostro futuro sarà di decadenza drammatica. Fino ad una agonia? ad uno spegnimento dell’italianità?

Sarebbe necessario e positivo che la Chiesa si facesse subito proposta di una rinascita, di una vita nuova! In tutte le dimensioni ecclesiali la famiglia deve essere la protagonista: nella comunicazione, nella predicazione e anche nelle celebrazioni liturgiche. Riuscirà la Chiesa a fermare il declino in atto? E un altro compito, strettamente collegato, è quello dell’integrazione. I nostri “Gruppi Famiglia” e le numerose associazioni possono tanto in proposito. Non soprattutto per salvare l’italianità, quanto piuttosto per una larga convivenza pacifica, basata sui grandi valori, capace di costruire una società con usi e costumi diversi ma in progresso!

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