Ancora 19 malati Covid all’ospedale Maggiore di Lodi

Un paio si trovano a Sant’Angelo: l’ultimo paziente è stato ricoverato il 19 maggio, in arrivo dal pronto soccorso di Codogno

Sono solo 19 i pazienti nell’area Covid in tutto l’ospedale di Lodi. Un paio quelli ricoverati negli infettivi di Sant’Angelo. A Casale e Codogno non ci sono più malati e nemmeno in rianimazione. L’ultimo nuovo paziente positivo è arrivato dal pronto soccorso di Codogno il 19 giugno.

Luciano Fugazza, primario e capodipartimento dell’area medica è ottimista, anche se, dice, non bisogna abbassare la guardia.

«In area arancione - spiega il medico -, abbiamo ancora in carico 15 pazienti, 2 in neurologia e 2 in chirurgia. Stanno abbastanza bene. L’ultimo ricovero è stato il 19 giugno. Si tratta di un paziente anziano arrivato in pronto soccorso, a Codogno, con la febbre a 38 gradi e un po’ di tosse. Abbiamo fatto la lastra toracica: il paziente non ha la polmonite, ma il tampone positivo sì. Dal pronto soccorso, allora, il malato è stato trasferito in area arancione. Gli altri pazienti sono ricoverati da tanto tempo. Magari, nel frattempo, si sono negativizzati, ma sono rimasti ricoverati perché sono anziani e hanno altre patologie. Abbiamo ancora due casi di pazienti ultranovantenni che da oltre un mese sono positivi».

Adesso per curare i pazienti covid positivi, i medici di Lodi utilizzano il remdesivir, l’eparina a basso peso molecolare e piccole dosi di cortisone. Questi ultimi due farmaci si prescrivono anche per la prosecuzione terapeutica post ricovero, a domicilio, per 20 giorni.

Medici e infermieri dell’area arancione hanno lavorato a pieno ritmo dall’inizio della pandemia e, solo in queste ore, hanno iniziato a fare qualche giorno di ferie.

«Attualmente - spiega il primario - abbiamo 3 medici in turno alla mattina e 2 al pomeriggio, più il personale infermieristico dimensionato sulla quantità di malati in reparto. La nostra unità può accogliere 38 malati. Attualmente sono 15. A lungo termine faremo un ragionamento per la diminuzione dei letti disponibili, per non sprecare risorse. Non cancelleremo l’area perché dobbiamo sempre tener alta la guardia, ma ridurre la disponibilità dei posti sì. Il personale medico e infermieristico è stanco. Abbiamo iniziato, a piccole dosi, a far fare le ferie al personale. I due referenti dell’area gialla, Guja Minoja e Andrea Rovati si stanno alternando con qualche giorno di ferie».

Fugazza, rientrato dopo un periodo di malattia, si è trovato di fronte uno scenario completamente cambiato.

«I pazienti sono molto meno impegnativi - dice -, da quando sono rientrato, il 21 maggio, abbiamo avuto un solo paziente in cpap per due giorni, ma senza nemmeno doverlo trasferire in terapia intensiva. Da quel giorno non abbiamo più trasferito malati in rianimazione. Adesso dobbiamo trovare spazio per i pazienti dell’area grigia, cioè i casi sospetti, e dell’area verde, senza covid. Abbiamo preferito concentrare a Lodi (e Sant’Angelo) tutti i pazienti con il coronavirus, liberando gli ospedali della Bassa, anche per le specializzazioni presenti al Maggiore».

© RIPRODUZIONE RISERVATA