ALLARME SICCITA’ Acqua nel Po, lo scontro: «Meno prelievi per l’irrigazione». Fontana chiede lo stato di emergenza

Scintille fra autorità di bacino e consorzi irrigui, la Regione rigetta la richiesta

Il Po vuole più acqua e chiede di diminuire di un terzo quella destinata alle irrigazioni, ma i consorzi si mettono di traverso e Regione Lombardia rigetta, per ora, la richiesta. «Dobbiamo fare di tutto per garantire l’irrigazione almeno per tutto luglio e coprire così il primo raccolto. Non escludiamo di chiedere una deroga sui livelli per la derivazione dal lago di Como», spiega il presidente del Consorzio Muzza Ettore Grecchi. L’acqua è poca e cominciano le prime schermaglie di quella che potrebbe diventare una vera e propria guerra politico-amministrativa per accaparrarsi la risorsa idrica. Intanto venerdì Regione Lombardia ha formalizzato al governo la richiesta di stato d’emergenza per la crisi idrica regionale.

Si è riunito giovedì il Tavolo regionale per l’utilizzo idrico in agricoltura, e la riunione si è aperta con la richiesta dell’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po di ridurre del 30 per cento i prelievi idrici del sistema irriguo lombardo. Tutti i componenti del Tavolo hanno rigettato la richiesta. L’Autorità ha avanzato la richiesta per cercare di arginare il fenomeno del cuneo salino nel Polesine, cioè la risalita dell’acqua salata di mare nel fiume (per circa 30 chilometri) a causa della carenza di portata del Po. «Ma limitare del 30 per cento l’irrigazione nelle campagne lombarde vanificherebbe tutti gli sforzi messi in campo finora per garantire l’acqua alle campagne, e al tempo stesso non risolverebbe il problema del cuneo salino - spiega Ettore Grecchi, presidente del Muzza -. L’acqua usata in campagna ritorna in gran parte in falda e nel reticolo idrico, che poi confluisce nel Po. Quindi la variazione di acqua nel Po, alla fine, sarebbe ben modesta, ma i danni alla nostra agricoltura irreparabili».

Dalla Regione si sono confermati gli impegni dei gestori degli invasi alpini idroelettrici per il rilascio di 4 milioni di metri cubi al giorno di acqua per tutto il mese di luglio. «Se saranno mantenuti, dovremmo riuscire a garantire l’acqua, con estrema difficoltà, fino alla fine di luglio, e quindi a salvare il primo raccolto delle campagne – afferma Grecchi -. Per ora l’obiettivo è questo». A seguire giovedì sera si è tenuta la riunione dei Consorzi del bacino dell’Adda: sul tavolo la proposta di una richiesta di deroga rispetto al limite massimo di abbassamento del lago di Como, oltre il quale le derivazioni per uso irriguo non sono consentite. Venerdì il livello idrometrico del lago era di -20 centimetri, il massimo oltre il quale le derivazioni irrigue vanno fermate è -40. «Per ora abbiamo deciso però di soprassedere rispetto alla richiesta di deroga – conclude Grecchi -. Valuteremo la situazione giorno per giorno, senza escludere di poterla avanzare formalmente, per un periodo di tempo limitato, 10 o 15 giorni, e per una quantità contenuta, ulteriori 10 centimetri: vedremo nel corso di luglio l’evolversi della situazione, e ci terremo questa possibilità come ultima carta a disposizione per garantire l’acqua fino alla fine del mese».

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