All’altezza della gravità della crisi

Con il giuramento nel Salone delle Feste al Quirinale il governo Monti è ormai insediato. Brevissima la crisi, corta la lista dei ministri, ben interpreta l’attesa del Paese di rimettersi velocemente al lavoro. Bisogna rimboccarsi le maniche, senza fronzoli, per rispondere a una situazione molto complicata. Qel che conta, più che le persone, sono i programmi, hanno ricordato dall’Unione europea. La compagine è comunque di livello, i curricula impeccabili. Non mancano esponenti dei più tradizionali corpi delloStato: un prefetto, un ambasciatore, un ammiraglio. E poi alti funzionari e tanti professori, già distintisi in ruoli di gestione, tra cui tre ben noti esponenti del vasto mondo cattolico, il rettore dell’Università Cattolica, Lorenzo Ornaghi, il fondatore della Comunità di Sant’Egidio, Andrea Riccardi, e l’ex presidente del Meic, Renato Balduzzi.Il compito è difficile, le condizioni sono impegnative, ha ricordato il presidente della Repubblica, che, a conclusione della cerimonia di giuramento, ha ringraziato anche la “squadra” uscente.Al lavoro, dunque, senza apparati, anzi cercando di ridurli all’essenziale, interpretando e valorizzando le energie dell’Italia, che ci sono e che sono tante. Con fiducioso realismo.Governo tecnico, dunque, necessariamente, con un passo indietro delle forze politiche. Queste tuttavia fin d’ora sono chiamate ad accompagnare con serietà e senso di responsabilità il lavoro dei “tecnici”, ma nello stesso tempo a mettere in campo quelle prospettive, quelle proposte, quelle linee che permettano di disegnare la nuova fase del sistema politico che si sta aprendo.Coniugare rigore ed equità, sacrifici e crescita comporta da parte di tutti uno spirito di coesione e di collaborazione. Comporta anche forti e condivisi principi e valori: il catalogo è ben noto, sono quelli della nostra identità popolare e nazionale. Qui bisogna puntare e di qui sempre ripartire.

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