Al MyLodi chiude l’ultimo negozio, nel futuro ci sono nuovi uffici

Nel centro commerciale di via Grandi anche We Shop abbassa la saracinesca e si trasferisce

Nella galleria ormai semi-deserta i cartelloni gialli e rossi spiccano sulle vetrine. Ci sono scritte a caratteri cubitali e numeri, per dire che si svende tutto e ci sono sconti a due cifre. L’ultimo passo prima dell’addio definitivo a quello che fu il primo centro commerciale del Lodigiano, oggi destinato a diventare altro. Ancora una manciata di giorni poi sarà il tempo di un’altra serranda abbassata al centro commerciale di via Grandi, fondato nel 1978 e per lungo tempo florida realtà del commercio del Lodigiano. L’ennesima di una storia di dismissioni e di agonia, che ha preso il là decisivo con l’esodo del supermercato a marchio Coop, oggi di stanza nella struttura realizzata ex novo nei pressi della tangenziale e dove peraltro oggi ci sono ancora lavori in corso per la costruzione del nuovo immobile destinato alla farmacia. A lasciare oggi è il punto vendita di origini cinesi We Shop, al primo piano della galleria commerciale, che in realtà ha già aperto un nuovo punto vendita a Pieve. E lì trasferirà tutte le attività a partire dal 15 luglio. Insomma, niente di nuovo da queste parti, dove a più riprese gli storici protagonisti della vita della galleria, riuniti in un consorzio, avevano manifestato malcontento a delusione per l’esito della vicenda. Ovvero il mancato rilancio del centro commerciale storico, oggi di proprietà del gruppo Zucchetti, che per quello spazio ha già chiarito di avere altri piani. Tra gli ultimi addii agli spazi di vendita ci sono stati quelli del negozio di abbigliamento Tricot, della clinica dentale al primo piano, di Sarni Oro, ma anche del punto vendita dedicato all’abbigliamento per l’infanzia Brums. L’ipotesi di rilanciare il centro era legata al subentro di un nuovo operatore della Gdo negli spazi lasciati liberi dalla Coop al piano terra, ma nell’ottobre 2020 a tutti i titolari dei negozi era arrivata la comunicazione dalla proprietà che non intendeva prolungare i contratti di affitto. Per trasformare gli spazi per anni occupati da vetrine e clienti in nuovi uffici.

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