Addio a Dante Vacchini, un pezzo di storia di Lodi Vecchio

Fotografo e pittore, rappresentava la memoria della città: si è spento a 91 anni

Ha immortalato la città e i suoi abitanti, con l’obiettivo della macchina fotografica prima e poi con le tele e i colori. Lodi Vecchio perde un pezzo di storia e dice addio a Dante Vacchini, classe 1930, morto mercoledì all’età di 91 anni, lasciando la moglie Lina, i figli Anna, Luisa e Guglielmo, i nipoti, il fratello Santino e tutta la famiglia, ma anche un ricordo indelebile in tantissimi. Da tutti, a Lodi Vecchio, considerato un fedele custode della memoria storica della città, fotografo per professione e pittore per passione, Vacchini – come ha raccontato in un’intervista a Il Cittadino – si era avvicinato alla fotografia grazie a don Mario Griffini, che lo instradò su quella che divenne poi la sua professione, condividendo con lui conoscenze ed esperienze. Dopo un periodo di lavoro in una fabbrica di Milano che produceva manometri di precisione, e un corso serale di fotografia a Milano, Vacchini si dedicò con il fratello Santino all’apertura di uno studio di foto-ottica, per decenni un punto di riferimento per i cittadini, le amministrazioni che si sono succedute, le associazioni. «Il Novecento l’ho vissuto attraverso il mio obiettivo, cogliendo la felicità degli altri nel giorno delle loro nozze – raccontava a Il Cittadino Vacchini - . In quegli anni si era tutti più poveri: prevaleva su tutto il desiderio di costruirsi un futuro».

La passione per la pittura arrivò poi, favorita dall’influenza di suo cognato Piero Foroni. Nel 2016 erano oltre 2mila le opere realizzate da Vacchini, che privilegiava la natura, i paesaggi, i lavori in cascina e gli ambienti rurali. Un patrimonio sconfinato di sapere antico e sensibilità unica, già premiata nel 2008 con la benemerenza civica della città.

© RIPRODUZIONE RISERVATA