Acqua, referendum da votare

La Commissione diocesana per i problemi sociali, nella piena unanimità, sente il dovere di sollecitare i cattolici e tutti i cittadini del Lodigiano ad un’attenta riflessione e alla attiva partecipazione ai due referendum sull’acqua del prossimo giugno. Nel silenzio mediatico, con l’attenzione concentrata sulle vicende elettorali, sulla politica internazionale o peggio sulla cronaca rosa, stiamo perdendo la consapevolezza che da quei due quesiti sortiranno le linee guida per la gestione di un bene comune indispensabile come l’acqua.Nel rispetto della diversità di posizioni sui quesiti referendari, non possiamo però non rimarcare alcuni punti chiave che la Dottrina Sociale delinea sul tema dell’acqua. Accostandoci ai referendum, come cattolici, dobbiamo dunque portare con noi la forza razionale dei nostri principi che, contemporaneamente si offrono a ogni uomo per la loro forza di umanità e responsabilità. Potremo così aprire la mente a domande che ci portino ad una valutazione sincera di quale sia il modo migliore per tutelarli. “L’acqua, per la sua stessa natura, non può essere trattata come una mera merce tra le altre e il suo uso deve essere razionale e solidale. La sua distribuzione rientra, tradizionalmente, fra le responsabilità di enti pubblici, perché l’acqua è stata sempre considerata come un bene pubblico, caratteristica che va mantenuta qualora la gestione venga affidata al settore privato. Il diritto all’acqua, come tutti i diritti dell’uomo, si basa sulla dignità umana, e non su valutazioni di tipo meramente quantitativo, che considerano l’acqua solo come un bene economico” (Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, 485).Nello stesso tempo occorre aprire il nostro pensiero alla prospettiva globale del valore dell’acqua, bene ancora oggi precluso ad una parte del mondo ed indispensabile mezzo di sviluppo e rinascita sociale, considerando “l’alimentazione e l’accesso all’acqua come diritti universali di tutti gli esseri umani, senza distinzioni né discriminazioni”(Caritas in Veritate, 27). Non è corretto pensare che questo sia un “problema diverso” e che nel referendum si stia valutando solo un aspetto nazionale. Perché un grande orologio funzioni, occorre che ogni ingranaggio e meccanismo si muova nella giusta modalità: noi dobbiamo scegliere come far muovere il nostro meccanismo. “L’estensione della globalizzazione deve essere accompagnata da una più matura presa di coscienza, da parte delle organizzazioni della società civile, dei nuovi compiti ai quali sono chiamate a livello mondiale”, puntando ad uno sviluppo “che garantisca un effettivo rispetto dei diritti dell’uomo e dei popoli nonché un’equa distribuzione delle risorse. All’interno di ogni Paese e tra Paesi diversi” (Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, 366).La valutazione sulla modalità di gestione dell’acqua non può prescindere dunque da una valutazione ispirata primariamente ad una logica di fraternità ed al principio della destinazione universale dei beni che, come sottolinea il Compendio, “si applica naturalmente anche all’acqua”.In relazione poi alle modalità di remunerazione del capitale e di controllo del servizio emergono specifici aspetti che occorre considerare. Primariamente si evidenzia come i principi del mercato non siano autonomamente sufficienti a garantire una gestione nell’interesse del bene comune, affermando la necessità di tutela di valori che vanno oltre le logiche dell’economia e dell’efficienza: “la libertà degli scambi non è equa se non subordinatamente alle esigenze della giustizia sociale” (Popolorum progressio, 59). In secondo luogo emerge l’insufficienza di criteri solamente tecnici ed economici nell’organizzare e verificare la gestione dell’acqua, tale questione “deve essere inquadrata in modo da stabilire criteri morali basati proprio sul valore della vita e sul rispetto dei diritti e della dignità di tutti gli essere umani”(Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, 484). La posta in gioco è molto alta; i principi che abbiamo evidenziato devono aprirci la mente ad una riflessione senza pregiudizi di parte, a cui segua una convinta partecipazione alla consultazione referendaria.Ci auguriamo dunque che ogni cittadino sappia farsi carico della responsabilità cui è chiamato per i referendum sull’acqua e sappia fornire il proprio contributo alla crescita del bene comune.

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