A Vizzolo cinque pazienti Covid intubati in terapia intensiva

Il più giovane è un uomo di 50 anni non vaccinato

«Le 5 postazioni di terapia intensiva del Predabissi riservate ai pazienti Covid sono interamente occupate: sino ad ora non ho visto alcun paziente con tre dosi di vaccino che è stato intubato». Il primario del reparto di rianimazione dell’ospedale di Vizzolo, Giovanni Marino, traccia un quadro della situazione che lo vede ancora una volta in prima linea per curare i malati più gravi affetti dal virus.

Tra i degenti del nosocomio che in questo momento versano in condizioni critiche, il più giovane è un 50enne non vaccinato, mentre il più anziano ha 71 anni: tra chi si è sottoposto a due dosi di vaccino, l’ultima inoculazione risale a più di 5 mesi fa. Si aggiungono poi 5 persone in sub-intensiva con il Cpap di cui una mercoledì era monitorata in pronto soccorso con indosso il casco respiratorio. Ma cosa è cambiato in questa quarta ondata rispetto ai picchi di contagi precedenti? «Innanzitutto - osserva lo specialista -, grazie alla campagna vaccinale, un numero inferiore di persone sintomatiche con tampone positivo ha bisogno del ricovero, sebbene sui grandi numeri gli ospedali stiano in generale iniziando ad essere comunque in sofferenza. Inoltre - prosegue - sul piano clinico l’esperienza ci ha insegnato ad intervenire con la terapia intensiva in tempi più rapidi rispetto al passato al fine di prevenire l’aggravamento delle condizioni dei pazienti. E il numero di malati che vengono salvati è superiore rispetto a quello di un anno fa».

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