A servire è un cambio di passo

I summit politici della seconda metà del mese di giugno non occupano le prime pagine dei quotidiani nazionali. Non hanno suscitato reazioni appassionate il vertice del G8 il 17 e 18 giugno, altrettanto avverrà con il Consiglio europeo del 27 e 28 giugno. Le televisioni faranno il loro dovere, cioè alcune belle immagini di Lough Erne al confine tra l’Irlanda del Nord e la Repubblica d’Irlanda per il primo evento e il sorriso dei capi di Stato e di governo dell’Unione europea riuniti a Bruxelles per la seconda data, ma gran parte del pubblico rimarrà indifferente o addirittura disilluso.Questi atteggiamenti possono forse essere ingiustificati, data l’importanza dei temi in discussione, ma sono comprensibili. Questi vertici appaiono così lontani e fuori portata per l’effettiva partecipazione dei cittadini, quanto coloro che ci dalla prima paginaA servireè un cambiodi passogovernano oggi sembrano essere lontani per esprimere «alcuni pensieri che, ancor prima che fossero stati espressi, in realtà erano nel cuore delle masse» (Simone Weil).L’incontro dei leader del G8 nel Regno Unito avrà all’ordine del giorno la promozione del commercio globale come motore di crescita e creatore di posti di lavoro. Ci si attende anche una grande iniziativa per lo scambio automatico d’informazioni sulle entrate fiscali e per rendere più accurate le informazioni che i gruppi multinazionali offrono alle autorità fiscali. Infine, saranno annunciati sforzi per una maggiore trasparenza riguardo ai ricavi delle industrie estrattive. In sintesi, si tratta di argomenti di cui per anni hanno parlato solo le ong.Per quanto riguarda il vertice europeo di fine giugno, esso era stato indicato nel dicembre del 2012 come momento strategico per l’avvio di un più stretto coordinamento delle riforme economiche e per una maggiore presa in conto della dimensione sociale nell’Eurozona. Possiamo anche aspettarci l’avvio dei lavori sui contratti di reciprocità tra Paesi dell’unione monetaria, essendo questa idea dei contratti un aiuto finanziario a coloro che intraprendono riforme strutturali importanti. Si cercherà anche di procedere in materia di unione bancaria mentre, con la crisi che si aggrava, la lotta contro la disoccupazione giovanile sale al primo posto nell’ordine del giorno. Questa lista dovrebbe di per sé bastare per evidenziare il ruolo eccezionale di questo summit nella progressione verso una zona euro sempre più integrata.Tuttavia, è prevedibile che la reazione popolare a questi sviluppi resterà debole. Senza parlare del fatto che i G8 sono sempre ermetici, va notato che la corrente sembra non passare più tra i popoli europei e i loro governi non appena questi si riuniscono attorno al tavolo europeo.La filosofa Simone Weil scrisse nel 1943 delle riflessioni per il generale de Gaulle, che sono state poi pubblicate con il titolo Il radicamento. Ciò che ha scritto 70 anni fa sull’arte di governare vale ancora: «Mai nessuna azione viene eseguita in assenza di batterie in grado di offrire la quantità indispensabile di energia. Voler condurre degli esseri umani - altri o se stessi - verso il bene, indicando solamente la direzione, senza essersi assicurati la presenza di energia sufficiente, è come se, premendo sull’acceleratore si volesse far avanzare un’auto senza combustibile».Sono le motivazioni europee, le coscienze europee che occorre risvegliare adesso. Così come vogliamo credere che i partecipanti a questi vertici acerchino di aumentare la giustizia e la solidarietà, allo stesso modo bisogna constatare che in questo inizio estate 2013 manca quel genere di messaggio che risuona nel cuore della gente.Attualmente, chi meglio esprime i sentimenti degli europei è un argentino. Citiamo solo quello che il Papa Francesco ha detto il 26 maggio scorso: «Seguire gli idoli del potere, il profitto, il denaro al di sopra del valore della persona umana è diventata la regola fondamentale e un criterio organizzativo decisivo. Abbiamo dimenticato e continuiamo a dimenticare che al di sopra degli affari e oltre la logica e i parametri di mercato, c’è l’essere umano e c’è qualcosa che è dovuto all’uomo in quanto uomo, in virtù della sua dignità più profonda: offrirgli la possibilità di vivere con dignità e di partecipare attivamente al bene comune».

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